I finanziamenti gratuiti ai terroristi: Vanessa e Greta indagate per terrorismo?


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(Salvatore Lazzara) – Come si finanzia il terrorismo? E’ la domanda fondamentale per capire l’espansione della violenza accompagnata e sostenuta dall’ideologia fondamentalista. Dal 2008 quasi tutti i principali governi europei –insieme a quelli di Paesi come il Canada, l’Oman e il Qatar – hanno versato nelle casse di al Qaida ingenti somme di denaro per liberare i propri cittadini tenuti in ostaggio, a differenza di Usa e Regno Unito, che finora hanno rifiutato tale approccio. Dalle interviste ad ex ostaggi, ex mediatori, emerge con lucida chiarezza come i rapimenti a fine di riscatto siano diventati la fonte di finanziamento più redditizia dei gruppi terroristici islamici. Un “affare” in piena espansione, con un riscatto medio passato dai 200 mila dollari ad ostaggio nel 2003 a cifre più elevate che possono arrivare fino a 10 milioni di dollari. Non a caso rispetto a una decina di anni fa, quando le uccisioni degli ostaggi erano all’ordine del giorno, oggi (come abbiamo potuto costatare con le due connazionali), non sono molto più frequenti.

Ecco come la follia criminale di Marx, attraverso le generazioni continua a produrre frutti marci, velenosi e soprattutto costosi: 6 milioni di dollari a testa. Nelle intercettazioni Greta spiega al militante siriano di volere aiutare i ribelli jihadisti. L’elemento più inquietante, annotato dai Carabinieri del Ros a margine delle intercettazioni, sono però i contatti  tra “l’amichetto” Tayeb e Maher Alhamdoosh, un islamista siriano iscritto all’Università di Bologna e residente a Casalecchio del Reno. Con Maher Alhandoosh s’erano coordinati –guarda caso –  i giornalisti italiani Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabous, protagonisti nella primavera 2013 di alcuni reportage sulla Siria,  che si sono conclusi anche in questo caso con un sequestro. Un sequestro –per non dimenticare-, seguito da un esoso riscatto pagato, anche allora, dai generosi e ignari contribuenti italiani.  E’ strano il silenzio della Magistratura.

In altri casi, avremmo trovato gli avvisi di garanzia nella casella postale di casa. Invece nulla. Silenzio. E’ dura per una certa parte delle istituzioni, accettare la compromissione delle italiane con il terrorismo internazionale. Soprattutto per le loro posizioni contro il governo di Damasco. Per il politicamente corretto va tutto bene quando si tratta di colpire la Siria democraticamente sostenuta dal popolo. E’ purtroppo giustificato l’aiuto al terrorismo, a costo di dimostrare come vere le false ideologie che hanno fatto precipitare il Medioriente nel caos. A tal proposito è bene riaprire la seguente parentesi: tutti i giornalisti citati, conniventi con i terroristi per montare i loro servizi costruendo ad arte prove inesistenti contro i siriani, che fine hanno fatto? Qualcuno si è occupato di ascoltarli e sanzionarli?

Risulta palese, dopo la diffusione delle intercettazioni telefoniche che Greta e Vanessa debbano essere indagate per legge ai sensi dell’art 270 bis del codice penale (associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico): “Chiunque promuove, costituisce, organizza, dirige o finanzia associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico è punito con la reclusione da sette a quindici anni. Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Ai fini della legge penale, la finalità di terrorismo anche quando gli atti di violenza sono rivolti contro uno Stato estero, un’istituzione o un organismo internazionale. Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impegno”.

Scongiurare attentati in Italia, impone alle Istituzioni di mettere da parte  gli interessi a favore della verità e della sicurezza. Perché bisogna indagare? Avrebbero potuto farlo già in passato, tramite i profili Facebook delle ragazze rapite. Aprendo la home troviamo frasi pesanti e immagini forti. Per non parlare delle amicizie con i terroristi che posano con i cadaveri. Il primo Ottobre 2013 nella pagina della Marzullo un certo Ahmad Lion of Isslam scrive in inglese: “Carina. Così adesso vieni a combattere con noi eroina. In qualsiasi momento sei la benvenuta”.

Un altro post mostra il fotomontaggio di un kalashnikov avvolto dai fiori, ed il 24 Luglio 2013 Vanessa si rivolge al presidente Assad con una frase che lo invita a “darsi fuoco”, dopo aver bruciato tutto nel suo Paese. Più tardi annota senza dubbi: “Assad non è siriano, non è musulmano, non è laico. Assad non è neppure umano”. L’8 febbraio posta un inequivocabile “Onu m***a. Posso descrivere solo così il mio stato d’animo in questo momento”.

La deriva ideologica a favore dei gruppi fondamentalisti è evidente anche dalle risposte ad uno strano questionario in inglese che chiede cosa bisognerebbe fare in Siria. La prima risposta è “armare l’Esercito libero siriano”. Chi sono i componenti di questo gruppo? Naturalmente i ribelli-mercenari travestiti da liberatori dell’oppressivo governo di Assad. Sono loro che hanno seminato in Siria morte e distruzione. Aiutati e sostenuti senza ritegno e rossore da quanti oggi dicono di combattere contro il terrorismo.

Nel mirino delle due ragazze, erano finiti giornalisti come Monica Maggioni, direttore di Rainews24, che osò intervistare il presidente siriano. Per loro insulti, sbeffeggiamenti, illazioni e calunnie. Il pensiero a senso unico delle due ragazze non si ferma. E’ intriso di odio, istigando gli “amici” alla violenza armata. Da dove inizia la lotta contro il terrorismo? Proprio da qui. La verità fa male. Soprattutto a quanti nel tempo hanno sostenuto i gruppi fondamentalisti islamici travestiti da ribelli, che stanno mettendo in serio pericolo la stabilità e la sicurezza dell’Italia e dell’Europa.

 

 

Don Salvatore Lazzara – Sacerdote da 17 anni, è cappellano militare all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Da Cappellano Militare ha svolto i seguenti incarichi: Maricentro (MM) La Spezia, Nave San Giusto con la campagna addestrativa nel Sud Est Asiatico, X° Gruppo Navale in Sinai per la missione di Pace MFO. Successivamente trasferito alla Scuola Allievi Carabinieri di Roma. Ha partecipato alla missione in Bosnia con i Carabinieri dell’MSU. Di ritorno dalla missione è stato trasferito alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Dopo l’esperienza nei Carabinieri è tornato a Palermo presso i Lanceri d’Aosta (Esercito). Per Da Porta Sant’Anna curava inizialmente la rubrica “Al Pozzo di Sicar”; da Luglio 2014 ha assunto il ruolo di Direttore del Portale.

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