(Francesco Gori) – Come in tutte le dittature che si rispettino, i due quotidiani turchi di opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan la cui pubblicazione era stata bloccata, Bugun e Millet, sono tornati in edicola con una nuova linea editoriale pro-Erdogan. In prima pagina, Bugun mostra una foto delle celebrazioni di ieri per la festa della Repubblica con Erdogan al centro e il titolo «La nazione in piazza».
Millet scrive invece «Turchia un solo cuore», con l’immagine della sfilata dell’auto presidenziale di Erdogan. I partiti di opposizione vengono invece ignorati. Il cambio di prospettiva giunge dopo che i vertici dei giornali sono stati rimossi dagli amministratori nominati dal tribunale a seguito del ‘commissariamentò del gruppo editoriale Ipek per i suoi presunti legami con il magnate e imam Fethullah Gulen, ex alleato ora nemico numero uno di Erdogan. Anche i due canali tv del gruppo Ipek oscurati mercoledì, Bugun tv e Kanalturk, risultano tornati in onda con una linea che molti osservatori giudicano pro-Erdogan.
Erdogan, con questo ultimo colpo di mano, che silenzia quasi completamente l’opposizione, spera di poter recuperare quei voti necessari ad avere la maggioranza assoluta, per formare un governo monocolore Akp e cambiare la costituzione in suo favore. I sondaggi dicono che l’obiettivo è ancora lontano e alla fine il presidente della Repubblica dovrà rassegnarsi a dover ancora una volta chiedere un aiuto ad altre forze politiche. A meno che non si decida, come paventato da più osservatori, di percorrere la strada dei brogli, cancellando in un solo colpo centinaia di migliaia dei voti attribuiti ai partiti d’opposizione.
In un’intervista tv, il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha detto che il commissariamento della holding Koza Ipek e la nomina di amministratori per i suoi media controllati è «totalmente legale» ed «è fuori discussione che ci sia stato qualunque intervento da parte nostra». Insomma, stato di polizia, censura e normalizzazione sembrano essere le parole d’ordine di questa tornata elettorale in Turchia.