I prodotti dei territori occupati avranno un’etichetta UE, Israele non ci sta


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Israele regisce con durezza alla decisione europea di etichette per i beni prodotti nel Golan e negli insediamenti in Cisgiordania. Il ministero degli Esteri ha immediatamente convocato l’ambasciatore dell’Ue, Lars Faaborg-Anderson, riferisce la rete televisiva Channel 10. E intanto ha diffuso un durissimo comunicato in cui si esprime «rincrescimento» per il fatto che l’Ue, «per ragioni politiche» abbia adottato «un tale passo eccezionale e discriminatorio , ispirato dal movimento per il boicottaggio, specie in questo momento mentre Israele deve affrontare un’ondata di terrorismo che prende di mira tutti i suoi cittadini».

«È sconcertante e irritante – si legge ancora – che l’ Unione Europea abbia scelto di applicare due pesi e due misure verso Israele, ignorando che vi sono 200 altre dispute territoriali nel mondo, comprese quelle all’interno dell’Ue o alle sue porte. L’affermazione che si tratti di un fatto tecnico è cinica e priva di fondamento». «L’etichettatura dei prodotti non fa progredire nessun processo politico fra israeliani e palestinesi – nota il comunicato – È vero invece l’opposto: rafforza il rifiuto dell’Autorità Palestinese di condurre negoziati diretti con Israele, negoziati che l’Ue dice di sostenere. L’etichettatura dei prodotti rafforzerà gli elementi radicali che sostengono il boicottaggio contro Israele e negano il diritto all’esistenza d’Israele, contraddicendo posizioni alle quali l’Ue si oppone pubblicamente. Questo passo solleva domande sul ruolo che l’Ue aspira a giocare. Potrebbe avere implicazioni sui rapporti fra Israele e l’Ue».

DOMBROVSKIS, DA UE NESSUN BOICOTTAGGIO CONTRO ISRAELE – Con il via libera all’etichettatura su alcuni prodotti realizzati negli insediamenti israeliani nei territori occupati la Commissione europea «non sostiene in alcun modo il boicottaggio e le sanzioni nei confronti di Israele». Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, che ha sottolineato che la misura approvata «è una parte essenziale della legislazione per la protezione dei consumatori» ed «è una questione tecnica e non politica», «chiesta da alcuni Stati membri». «L’etichettatura delle merci prodotte nell’Unione o che entrano nel mercato unico europeo è una parte essenziale della politica europea per i consumatori» ha detto Dombrovskis aggiungendo che «la Commissione fornisce linee guide agli Stati e agli operatori economici per assicurare l’uniforme applicazione sulle norme per l’ etichettatura sull’ origine dei prodotti degli insediamenti israeliani».

La nota interpretativa «non è una nuova legislazione o una nuova politica», sottolinea il vicepresidente ricordando che «il chiarimento è stato richiesto dagli Stati membri». Dombrovskis poi ricorda che, in base all’accordo di associazione tra Ue e Israele, «i beni prodotti nei confini internazionalmente riconosciuti hanno un trattamento tariffario preferenziale e questo non cambia».

OLP, CONTENTI E SODDISFATTI PER ETICHETTE UE – «Siamo contenti e soddisfatti per la decisione dell’Unione Europea di mettere in atto l’etichettatura dei prodotti delle colonie nei Territori occupati palestinesi.» Lo ha detto all’ANSA Mohammad Shtayyeh, membro dell’Olp e direttore di Pedcar, l’organizzazione economica palestinese per la ricostruzione e lo sviluppo. Shtayyeh ha definito le nuove regole guida «un passo importante per la soluzione a due stati e per future sanzioni contro i prodotti delle colonie».

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