Il caso FIFA. Così la Palestinian Football Association ha tradito il suo popolo


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(Paola Di Lullo) – Mancava poco, veramente poco, all’inizio del meeting, quando Jibril Rajoub, Presidente della PFA ha deciso di ritirare la mozione e “ripiegare” su un emendamento che propone la costituzione di un comitato per monitorare il movimento dei calciatori palestinesi, il razzismo di Israele, così come lo stato delle squadre del campionato israeliano con sede negli insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania.
I membri della FIFA erano confusi dalle modifiche presentate all’ultimo minuto. ma la proposta è passata con oltre il 90% dei voti dei paesi membri a favore.
Dopo la votazione, il presidente della FIFA, Sepp Blatter, visibilmente sollevato, ha detto al Congresso : “Coloro che hanno di più condivideranno con chi ha di meno. In questo caso, spetta ad Israele condividere un po’ di più con la Palestina”.
Blatter ha poi invitato il rappresentante israeliano, Ofer Eine, e quello palestinese, Jibril Rajoub, a stringersi la mano.
Fin qui i fatti…Ma perché questo cambiamento di richieste? Perché Rajoub si è tirato indietro all’ultimo minuto?
E, sopratutto, chi è Jibril Rajoub?
Nato a Dura, vicino ad Al Khalil, è stato eletto membro del Comitato Generale di Fatah, nel 2009, durante il Congresso del partito. Fino al 2002, anno in cui fu licenziato, a causa di un eccessivo uso della violenza, era a capo della Forza di Sicurezza Preventiva Palestinese (PPS).
Arrestato e deportato in Libano durante la I Intifada, gli fu consentito di rientrare in Cisgiordania a seguito degli Accordi di Oslo.
Mercoledì scorso, Jibril Rajoub aveva incontrato Blatter a Ramallah, dopo i meeting di quest’ultimo con Netanyau ed Abu Mazen, ed aveva ribadito la sua decisione di chiedere alla FIFA l’espulsione dell’IFA. Cosa sia cambiato, sono congetture nemmeno troppo velate.
Ancora una volta gli interessi e i giochi politici ed economici vincono sulla sete di giustizia dei Palestinesi? Sembrerebbe di poter affermare che dietro questo cambio di rotta, non ci siano altre plausibili motivazioni.
È giunta l’ora di denunciare non soltanto la politica criminale, razzista, aggressiva e di apartheid israeliana, ma anche e soprattutto le connivenze delle leadership Palestinesi con il governo di Tel Aviv.
Nel video che segue, i bambini di Nabi Saleh che ieri, hanno mostrato il loro cartellino rosso ad i soldati israeliani. Questi bambini, questo villaggio, ieri, erano uno dei simboli ed emblemi della Palestina che lotta, che vuole e merita giustizia, libertà, diritti umani.

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