Le mutilazioni sono una violazione dei diritti umani delle donne. Vanno sotto il nome di Mutilazioni Genitali Femminili tutti gli interventi che comportano la totale o parziale rimozione degli organi genitali femminili. Comprendono quindi l’escissione del clitoride, l’infibulazione ed altre ferite non giustificate da alcuna esigenza terapeutica.
Chi sono le vittime sono le vittime
Ogni anno circa 2 milioni di bambine rischiano di essere sottoposte alla mutilazione genitale femminile. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sarebbero 150 milioni le donne che hanno già subito la pratica. L’età per la mutilazione varia a seconda delle etnie e del tipo di mutilazione. Si stima che attualmente in molti Paesi si pratichi sulle neonate. Quasi 30 milioni di queste donne sono egiziane.
Il caso Egitto
Il 20 novembre in Egitto sono stati assolti due uomini accusati della morte di una ragazzina di 12 anni, avvenuta nel giugno del 2013 in seguito a un intervento di mutilazione genitale. Sono Raslan Fadl, il medico che aveva praticato l’intervento su Sohair al Bata’a, e il padre della ragazza, Mohamed al Bata’a, a cui non è stata riconosciuta nessuna responsabilità. Fadl è stato invece condannato a pagare cinquemila sterline egiziane (circa 550 euro). Si tratta del primo processo del genere nel paese dopo l’entrata in vigore, nel 2008, della legge che mette al bando le mutilazioni genitali femminili in Egitto, che tuttavia è ancora il paese arabo con il più alto numero di donne che sono sottoposte a questa pratica.
Dove sono praticate
Le Mutilazioni Genitali Femminili sono praticate, con diverse incidenze, in 28 Paesi africani e nello Yemen. In altre realtà, come il Kurdistan iracheno, l’Indonesia, l’Arabia Saudita, la Malesia si ha certezza che vi siano casi di mutilazione genitale, ma mancano indagini statistiche attendibili. Il fenomeno dell’immigrazione ha in parte esteso il fenomeno all’Europa ed al Nord America.
Le conseguenze Le Mutilazioni Genitali Femminili sono dannose e traumatiche sia sul piano fisico che psicologico. Rendono problematico il parto, favoriscono patologie come la fistola, privano la donna del piacere sessuale.
Perché‘ vengono praticate
Si tratta di una pratica tradizionale, che ha origini antichissime. Già dal 2003 le massime autorità religiose copte e mussulmane hanno dichiarato che non hanno alcuna legittimazione religiosa.
La legislazione
In Africa 18 Paesi su 28 hanno adottato una legge nazionale che sanziona la pratica. Si tratta di un risultato estremamente importante, in quanto fornisce alle militanti anti mutilazioni un supporto giuridico, aiutandole ad uscire dalla clandestinità, e costituisce il presupposto per il cambiamento sociale. I Paesi più impegnati infatti stanno mettendo in campo strumenti di supporto alle vittime, di comunicazione e di formazione degli operatori sociali, oltre alla legge e alle sanzioni.
Gli Stati africani che non hanno ancora adottato una legge sono: Mali, Sierra Leone, Sudan, Gambia, Liberia, Costa D’Avorio, Guinea Bissau, Repubblica Centrafricana, Camerun e Uganda. Anche in molti paesi di immigrazione sono state approvate leggi contro le Mutilazioni Genitali Femminili.