Il progetto Migrare – Sardegna chiama Africa, promosso dall’associazione Socialmed con il contributo della Fondazione di Sardegna, si presenta come un’iniziativa ambiziosa e di grande valore sociale, con l’obiettivo di promuovere l’integrazione, la comprensione reciproca e creare opportunità concrete per le persone migranti in Sardegna. In un periodo storico in cui le tematiche legate alla migrazione sono spesso al centro di dibattiti polarizzati, questo progetto si propone come una risposta concreta per superare le difficoltà legate alla diversità culturale, creando uno spazio di accoglienza e scambio tra la comunità locale e i migranti.
Gli obiettivi del progetto
L’iniziativa ha una serie di finalità che mirano a favorire un’integrazione reale e inclusiva. In primo luogo, si punta a migliorare il processo di interazione tra i cittadini provenienti dall’Africa e la comunità sarda, promuovendo una maggiore conoscenza dei diritti, dei doveri e delle opportunità che l’ordinamento italiano offre, affinché ogni persona possa sentirsi pienamente partecipe della società in cui vive.
Al contempo, il progetto si propone di contrastare l’esclusione sociale, superando diffidenze e distanze culturali, e creando un ambiente di scambio e riconoscimento delle diversità culturali, arricchendo la comunità sarda con nuove prospettive. Un altro obiettivo cruciale è quello di offrire ai giovani migranti opportunità di inserimento attivo nel tessuto sociale ed economico della Sardegna, promuovendo iniziative imprenditoriali e di autoimpiego, in particolare nelle aree dell’isola che stanno vivendo un fenomeno di spopolamento.
Le fasi del progetto
Il progetto si articola in diverse fasi che mirano a coinvolgere in modo diretto vari gruppi della società. La prima fase prevede un ampio programma di sensibilizzazione nelle scuole secondarie sarde. Gli studenti sono coinvolti in laboratori e incontri formativi sul tema della migrazione, dell’accoglienza e dei diritti, utilizzando anche questionari per misurare la conoscenza del fenomeno migratorio tra i giovani. Questa fase non solo mira a sensibilizzare i ragazzi, ma anche a farli riflettere sulla propria posizione rispetto alla migrazione, favorendo un cambiamento culturale che miri a superare i pregiudizi.
La seconda fase del progetto si rivolge in particolare ai giovani migranti africani. Qui, vengono offerti corsi di formazione per la creazione di impresa, con seminari su temi come la redazione di business plan, le opportunità imprenditoriali, i finanziamenti e il supporto per l’avvio di attività economiche in settori come l’agricoltura e l’artigianato. Queste attività si concentrano soprattutto su aree della Sardegna che soffrono di spopolamento, dando così una risposta concreta alla necessità di rilanciare questi territori.
Infine, il progetto include una serie di eventi culturali e iniziative artistiche, come show, proiezioni, workshop e momenti di condivisione di storie e narrazioni, per celebrare la diversità culturale e stimolare un dialogo aperto tra la comunità sarda e quella africana.
Le tappe del progetto
Il progetto ha una durata triennale e prevede una continua evoluzione nelle sue fasi. La prima fase, dedicata alla sensibilizzazione nelle scuole, è stata già avviata, mentre la seconda fase, focalizzata sull’imprenditoria giovanile migrante, proseguirà con nuove opportunità e attività. La seconda edizione, che si è svolta fino al 2024, ha visto un ampliamento degli strumenti e delle collaborazioni con enti locali e associazioni, rafforzando il legame con il territorio e le sue esigenze.
Gli obiettivi per la terza edizione, che si concluderà nel 2027, mirano a migliorare ulteriormente l’efficacia del progetto, potenziando le attività di sensibilizzazione e di accompagnamento verso l’autonomia economica dei giovani migranti.
Il messaggio del presidente di Socialmed
Alessandro Aramu, presidente di Socialmed, sottolinea l’importanza di partire dai giovani per costruire un cambiamento culturale profondo. Secondo Aramu, il coinvolgimento degli studenti delle scuole secondarie è cruciale per sviluppare un’educazione al rispetto dell’altro e ai valori dell’accoglienza. «Gli studenti — futuri cittadini — sono i protagonisti di un cambiamento culturale che deve fondarsi sulla conoscenza e sull’inclusione», afferma Aramu, indicando l’importanza di abbattere i pregiudizi fin dalla giovane età.
Un progetto di valore sociale ed economico
Migrare – Sardegna chiama Africa non è solo un’iniziativa di solidarietà, ma un’azione strutturata che mira a trasformare la migrazione da problema mediatico in risorsa sociale, culturale ed economica. In un momento in cui la Sardegna è spesso caratterizzata da isolamento e spopolamento, il progetto ha l’opportunità di trasformare la regione in un ponte reale tra l’Italia e l’Africa, non solo sul piano geografico, ma anche nella vita quotidiana delle persone.
Il progetto si propone così di costruire un modello di convivenza e arricchimento reciproco, dove la diversità non è vista come una sfida, ma come un’opportunità per migliorare la società nel suo complesso. Attraverso la formazione, la creazione di imprese, e il dialogo culturale, Migrare – Sardegna chiama Africa rappresenta un esempio concreto di come la Sardegna possa diventare un punto di riferimento per l’integrazione e il cambiamento positivo.



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