(Francesco Gori) – Nella guerra delle menzogne, della disinformazione e delle finte prove costruite ad arte dai media e dai gruppi armati dell’opposizione siriana, arriva anche quella che attribuisce all’aviazione russa l’utilizzo di armi chimiche a danni della popolazione civile. Il solito copione che si ripete, con la stessa dinamica e le stesse modalità. I sedicenti attivisti della “Rivoluzione siriana contro Bashar al-Assad” hanno infatti segnalato, in un video pubblicato su Facebook, l’uso di una granata dalla forma atipica che rilascia un liquido dall’odore nauseante che porta al soffocamento. L’arma non convenzionale, secondo il gruppo ribelle, sarebbe stata usata dagli aerei di Mosca nella località di Khan Shaykhoun, nella provincia siriana di Idlib.
La granata sarebbe dotata di un piccolo paracadute e, una volta atterrata, rilascerebbe un liquido dall’odore «terribile simile al cloro o a un gas velenoso», come spiega nel video un attivista che indossa una mascherina. Un odore «analogo a quello che emanavano i barili bomba al cloro sganciati dagli elicotteri del regime siriano», aggiunge l’attivista. Per la cronaca, come documentato ampiamente da numerose inchieste di stampa indipendenti, le uniche prove raccolte sull’uso del cloro nella guerra in Siria dicono che a farne uso sono stati i terroristi dello Stato Islamico e alcune milizie islamiste anti Assad. Per essere ancora più precisi, tra queste milizie ci sono sigle che l’Occidente considera da sempre «ribelli moderati».
Nel video, che appare come una messa in scena, l’attivista afferma che il materiale fuoriuscito dalla granata «non è stato ancora identificato». Dal canto suo, un membro della protezione civile che compare nel video afferma che la sostanza non è stata ancora identificata. «Non è preparata a trattare queste armi pericolose», dice. «In questi casi – spiega – facciamo evacuare l’area ed evitiamo di avvicinarci all’arma, poi interpelliamo degli esperti perché si occupino di rimuoverla». Il video mostra i nastri che la protezione civile ha posto attorno alla zona «residenziale» in cui è caduta la granata «per avvisare i civili di non avvicinarsi al sito».
Lo scorso aprile, un video mostrato ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha documentato un attacco con il gas cloro avvenuto il mese prima nel nord -ovest della Siria, a Sarmin. Un video nel quale venivano mostrati corpi bruciati di bambini. Immagini strazianti. Per gli attivisti anti Assad l’attacco era da attribuire senza ombra di dubbio all’aviazione governativa. Una tesi confermata anche da molti medici. In realtà i medici hanno potuto confermare soltanto che i feriti giunti in ospedale mostravano i segni tipici di soffocamento dovuto all’esposizione di un agente chimico simile al cloro. Niente di più. Tutti i medici in qualche modo erano legati all’opposizione e, quindi, non potevano costituire in alcun modo una fonte indipendente, autonoma e credibile.
Sempre nel marzo del 2015, la BBC aveva fornito prove, attraverso un video, che ad usare le bombe al cloro, in Iraq, era stato lo Stato Islamico. Una tesi conferamata nell’agosto dello stesso anno anche dall’anti terrorismo di sua maestà, secondo il quale i foreign fighters, jihadisti tornati nel Paese, erano stati addestrati alla fabbricazione di ordini non convenzionali, in particolare le bombe al cloro, diventata “l’arma chimica di default” per Isis. Il colonnello Hamis de Btetton-Gordon, ex comandante dell’unità dell’esercito britannico, ha dunque chiesto al governo di regolare in modo più severo la vendita di cloro.
L’uso delle bombe al cloro in Siria da parte dello Stato Islamico e di altri gruppi armati sialmisti è dunque accertato, mentre l’accusa rivolta al governo di Damasco si basa prevalentemente su video e testimonianze prodotte dagli stessi gruppi armati (i cosidetti attivisti anti regime) che, con tutta probabilità, hanno sottratto quelle sostanze dagli arsenali del governo per poi utilizzarle allo scopo di incastrare l’odiato Assad