È opportuno un salto di qualità nell’azione della coalizione internazionale che combatte l’Isis e la decisione di dare ai Tornado italiani l’ok ai bombardamenti – se arriverà – può essere un segnale significativo. Ma molto più efficaci dei cacciabombardieri potrebbero essere gli aerei senza pilota Predator, di cui però gli Stati Uniti non concedono a Roma la versione armata. Ecco perchè il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che incontrerà domani il suo collega americano Ash Carter, dovrebbe sollecitare una risposta su questo punto. Lo dice il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa ed ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, nonchè ex consigliere militare di Palazzo Chigi. Fin dai tempi della prima guerra del Golfo il generale ha vissuto in prima persona l’impiego dei Tornado.
«Il dibattito che si è aperto sui possibili bombardamenti italiani – osserva Tricarico – è coerente con la sonnolenza e la svogliatezza con cui la comunità internazionale ha deciso di combattere il sedicente Stato Islamico. Se si vuole veramente colpire l’Is – sottolinea – serve che ognuno si rimbocchi le maniche e metta in campo tutto quello che ha da dare e che si sostituisca una coalizione che finora si è dimostrata poco capace».
Il presidente della Fondazione Icsa è critico anche con l’iniziativa francese di fare dei raid contro obiettivi del califfato, «un segnale – lo definisce – dell’estrema superficialità con cui si sta agendo». Quanto all’Italia, per il generale, «se i nostri Tornado sono autorizzati non solo come ricognitori ma anche come ‘strikers’, non c’è scandalo, nonostante la solita isteria pacifista che si si risveglia ogni volta in questi casi. La decisione – argomenta – tecnicamente potrebbe saltare il vaglio parlamentare, ma nei fatti questo sembra un passaggio obbligato perchè l’iniziativa suscita allarme nell’opinione pubblica». I cacciabombardieri, aggiunge, «sono velivoli all’altezza, lo hanno dimostrato negli anni: possono colpire gli obiettivi con una precisione elevata ed un margine di errore di un metro».
Tricarico segnala tuttavia quella che ritiene «una bizzarria». «Noi – ricorda – abbiamo i Predator da quasi 11 anni, ma ancora non abbiamo il ‘porto d’armì che ci deve consegnare l’amministrazione Usa: evidentemente – rileva – non ci considerano alleati così affidabili come gli inglesi e non ci danno il kit d’armamento che renderebbe i nostri Predator molto più utili dei Tornado in quel teatro. Penso che Pinotti debba cogliere l’opportunità, parlarne con il suo collega statunitense e chiudere una situazione imbarazzante».