L’intelligence iraniana ha arrestato 44 persone per attività terroristiche. Lo ha riferito la tv di Stato di Teheran, citando il ministro dell’Intelligence, Mahmoud Alavi. Secondo il ministro, “20 sospetti terroristi” sono stati fermati al confine della Repubblica islamica mentre tentavano di infiltrarsi ed unirsi ai gruppi estremisti in Siria e Iraq. Alavi non ha aggiunto altri dettagli in merito, né ha precisato se gli arrestati abbiano legami con il sedicente Stato islamico (Is). Altre 24 persone – ha sottolineato il ministro, sempre senza riferire particolari delle operazioni – sono state arrestate in varie città dell’Iran.
Proprio ieri, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Teheran in occasione della visita del suo omologo belga Didier Reynders, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha auspicato che il prossimo vertice di Vienna, indetto per trovare una soluzione al conflitto siriano, possa trovare un’intesa per stilare una lista dei gruppi terroristici.
“Ci sono due punti importanti all’ordine del giorno della prossima riunione a Vienna. Prima di tutto bisogna determinare quali sono i gruppi terroristici, cosa che per noi è molto chiara. Dopo di che mettersi d’accordo su come procedere. Combattere il terrorismo è un dovere internazionale. Toccherà poi al popolo siriano decidere il proprio destino. Noi possiamo solo facilitare questo processo, ha concluso Zarif, non decidere in nome dei siriani”.
L’Iran è il principale alleato regionale del governo di Damasco e sostiene il presidente siriano Bashar al-Assad con aiuti finanziari e militari, compresi consiglieri impegnati in prima linea scelti tra le file dei Guardiani della rivoluzione, forza di élite della Repubblica islamica dell’Iran.
Secondo il ministero degli Esteri russo, il prossimo appuntamento a Vienna è previsto per il 14 novembre prossimo. Alla precedente riunione, convocata nello scorso ottobre nella capitale austriaca, hanno preso parte 17 paesi tra cui Russia, Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita con la partecipazione, per la prima volta con un ruolo di protagonista, anche dell’Iran allo scopo di trovare una soluzione al conflitto che infuria da quattro anni e ha già provocato oltre 250mila vittime e centinaia di migliaia di profughi e sfollati.