Iraq. Al Maliki si ricandida. Solidarietà dall’Egitto: lotta comune all’ISIS


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Nuri al-Maliki, attualmente premier uscente dell’Iraq, si ricandiderà in quanto a capo del primo partito secondo l’esito delle elezioni legislative del 30 aprile. Lo ha dichiarato lui stesso nonostante le pressioni Usa e le richieste di esponenti all’interno del suo blocco sciita. “Non potrò mai deludere il popolo che mi ha eletto”, ha rimarcato Maliki in una dichiarazione riportata dai media locali, sottolineando che “il voto e’ un diritto del cittadino iracheno attraverso il quale ha deciso chi vuole” a guida del Paese.

La dichiarazione del premier arriva poche ore dopo la rinuncia del leader della coalizione sunnita ‘Uniti per le Riforme’ Osama al-Nujayfi a ricandidarsi per la presidenza della nuova Assemblea al fine di favorire un accordo per la nascita di una governo di unità nazionale.

Nel frattempo il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha telefonato al premier iracheno per esprimergli la sua solidarietà e la sua preoccupazione per la situazione in Iraq. Come ha spiegato il portavoce presidenziale Ehab Badawi, citato dai media del Cairo, al-Sisi ha detto a Maliki che i recenti sviluppi nel paese rappresentano una “minaccia” per la sua stabilità. Il presidente ha inoltre chiesto che tutte le componenti della società irachena cerchino insieme una soluzione alla crisi che permetta di far fronte a “estremismo e terrorismo” che minacciano l’Iraq e tutti gli altri paesi della regione.

Nei giorni scorsi, al-Sisi ha dichiarato che i jihadisti dello Stato islamico, che hanno proclamato un califfato in Iraq e in Siria, pianificano anche la conquista dell’Egitto e ha invitato gli Stati Uniti e l’Europa a non fornirgli alcun tipo di aiuto.  Il presidente egiziano ha ricordato di aver avvisato in tempi non sospetti i partner internazionali del fatto che i jihadisti sarebbero “usciti dalla Siria per prendere di mira l’Iraq e poi la Giordania e l’Arabia Saudita”.

Nel paese intanto la violenza prosegue senza sosta. Le forze di sicurezza irachene hanno trovato i cadaveri di 53 persone legate e giustiziate nei pressi di Hilla, capoluogo del governatorato di Babil, nel centro del paese. I 53 cadaveri sono stati ritrovati in un frutteto e mostravano tutti i segni di un colpo di arma da fuoco alla testa o al petto.

 

 

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