ISIS: ecco perché la morte del pilota giordano non è contro l’Islam


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L’uccisione del pilota giordano Muath al-Kasaesbeh è “ammissibile in base al principio della reciprocità”. Lo afferma la radio dello Stato islamico, al-Bayan, che cita uno fatwa di uno storico imam cui fa riferimento la dottrina più estremista dell’Islam, Ibn Talmiyyah. La radio citata da Rita Katz, fondatrice del sito di intelligence Site, sostiene che il fatto che il pilota sia stato bruciato vivo è giustificato dal fatto che lui stesso ha bruciato musulmani con le bombe sganciate dal suo aereo. Anche nel video che mostra l’esecuzione si fa riferimento alla fatwa in questione.

In questo modo l’Isis risponde a Sheikh Ahmed Al Tayyeb, leader religioso dell’università di Al-Azhar al Cairo, una delle più autorevoli ed importanti voci dell’islam sunnita. Secondo l’imam, infatti, sarebbe “meno grave di fronte ad Allah distruggere la Kaaba pietra per pietra che versare il sangue di un uomo musulmano“. Per Sheikh Ahmed Al Tayyeb,  l’uccisione del pilota giordano è “un atroce atto satanico che richiede che sia applicata la legge di Dio“, ovvero “l’uccisione, la crocifissione e la mutilazione dei terroristi dell’Isis“.

(agenzie)

 

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