Israele entra in clima elettorale: estremista ebreo attacca deputata araba


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A due settimane dal voto la campagna elettorale in Israele è turbata da un attacco alla parlamentare araba Hanin Zoabi da parte di un estremista ebreo che è stato neutralizzato dalla polizia. La Zoabi è stata raggiunta da una bottiglietta scagliata dal suo assalitore mentre era impegnata in un dibattito.

Quarantacinque anni, figlia di un ex sindaco di Nazareth, la Zoabi rappresenta quel 20% di cittadini musulmani con in tasca il passaporto con la stella di David. Cittadini che vivono nella terra di nessuno, tra Israele e Palestina, dove sono considerati da entrambe le parti “traditori”. L’establishment israeliano li vorrebbe fuori dallo Stato degli ebrei, i palestinesi li guardano con sospetto. Una vita difficile, nella morsa di estremisti e puristi della razza. Né israeliana (e tanto meno ebrea) né araba. Una via di mezzo che rende la sua vita, come quella di tanti altri concittadini, quasi un inferno.

L’attacco alla deputata araba è stato condannato dal presidente della Knesset (parlamento) Yoel Edelstein. Intanto nei mass media nazionali è iniziata la propaganda elettorale.

Hanin Zoabi, deputata palestinese del partito Balad, nei mesi scorsi aveva subito la più più pesante sanzione mai comminata a un parlamentare dello Stato ebraico: sei mesi senza poter intervenire in aula. Le è stato consentito soltanto di entrare nell’edificio, occupare il suo seggio ma non parlare.

Una “punizione” arrivata dopo aver pronunciato su Channel 2 News Online questa frase: “I soldati dell’IDF si comportano da terroristi come ISIS. Anzi peggio: questi uccidono con un coltello, uno per volta, quelli fanno fuori dieci palestinesi solo schiacciando un bottone” .

Avigdor Lieberman, ministro degli esteri del governo Nethanyau, aveva tuonato: “E’ ora di arrestare i deputati-terroristi”. L’esponente di governo si batte da anni per far mettere al bando i partiti arabi in Israele.

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