Israele, le torture e la vendita di organi


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(Paola Di Lullo) – Il 18 febbraio 2013, l’esercito israeliano arrestava Arafat Jaradat, 30 anni, di Sair, in provincia di Hebron, con l’accusa di lancio di pietre e bottiglie molotov a coloni e lo trasferiva nel carcere di al-Jalameh, dove l’uomo confessava di aver lanciato pietre, ma negava qualsiasi coinvolgimento riguardo le bombe incendiarie. Il 23 febbraio 2015, Jaradat moriva nel carcere israeliano di Megiddo, secondo fonti israeliane per arresto cardiaco, a seguito delle torture subite, secondo il ministro per i Prigionieri Palestinesi, Issa Qaraqe. Jaradat era sposato e aveva due figli e un terzo in arrivo. Studiava alla Al Quds Open University. Gli avvocati del centro palestinese per i diritti dei prigionieri, Addameer, avevano dichiarato che l’uomo non soffriva di alcuna patologia, né prima dell’arresto né durante la detenzione.

L’autopsia, effettuata da Saber Dr al-‘Aloul, direttore dell’Istituto medico-legale palestinese, evidenziava che la morte era stata causata da torture e maltrattamenti inflitti durante la detenzione israeliana, e precisamente : 1 – Contusioni nella parte superiore destra della schiena. 2 – tracce di tortura sul lato destro del torace. 3 – profonda ecchimosi nel muscolo della spalla sinistra. 4 – contusioni sotto la pelle sul lato destro del torace. 5 – Cuore non malato, e arterie sane e privo di coauguli. 6 – rottura della seconda e terza costola dal lato destro del torace. 7 – lesioni nel fondo del labbro inferiore e tracce di sangue sotto il naso. 8 – contusioni nel muscolo destro del viso.

Da parte israeliana, a svolgere l’autopsia, fu il Prof. Yehuda Hiss, direttore del Centro di medicina legale di “Abu Kabir” a Tel Aviv per quasi 20 anni, accusato dalla televisione israeliana nel 2009, di essere stato operatore di espianti di organi da martiri che avevano svolto operazioni militari contro Israele, per venderli o darli agli ospedali israeliani. Molti israeliani hanno messo in dubbio la sua onestà di medico e chiesto la sua espulsione.”

L’articolo 12 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, di cui Israele è uno Stato firmatario, fa obbligo agli Stati di effettuare indagini immediate e imparziali in tutti i presunti episodi di tortura. La tortura è anche considerata una grave violazione della IV Convenzione di Ginevra ed è inoltre indicato essere un crimine contro l’umanità e un crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.

Inoltre, la tortura è di giurisdizione universale in base al diritto internazionale consuetudinario, che consente agli Stati di perseguire i responsabili delle torture, indipendentemente dalla loro nazionalità. Tuttavia, nel 1999, l’Alta Corte israeliana di Giustizia ha contribuito in modo significativo al clima di impunità, proteggendo coloro che commettono torture. Mentre la Corte ha affermato che la pratica della tortura è vietata, ha anche dichiarato che tale divieto non si applica in caso di “necessità”, lasciando spazio per l’uso di misure estreme in situazioni arbitrariamente definite, in aperta contraddizione con il divieto assoluto di tortura.

La sentenza ha effettivamente consentito il continuo uso della tortura, affermando che un funzionario israeliano accusato di tortura non sarebbe penalmente responsabile in virtù della “necessità di difesa”, che può legittimare l’uso della “pressione fisica” in determinate circostanze.

Ma torniamo al Prof. Yehuda Hiss ed all’espianto, non consentito dai familiari, di organi prelevati dai cadaveri dei prigionieri palestinese, per essere venduti o dati agli ospedali israeliani. Nel 1992, in concomitanza con una campagna lanciata da Ehud Olmert, allora ministro della sanità israeliana, con cui si cercava di affrontare la questione dell’insufficienza di organi, inserendo i donatori di organi in un registro apposito, cominciarono a scomparire giovani palestinesi dai villaggi della Cisgiordania e di Gaza. I soldati israeliani li riportavano morti dopo cinque giorni, con i corpi squarciati. Le notizie dei corpi terrorizzavano la popolazione dei territori occupati. C’erano voci di un notevole aumento delle scomparse di ragazzi giovani, e dei conseguenti funerali notturni dei corpi sottoposti ad autopsia. Le famiglie in Cisgiordania e a Gaza erano certe di sapere esattamente quello che stava succedendo: “i nostri figli vengono usati come donatori non volontari di organi”, affermavano i parenti di giovani scomparsi per un certo numero di giorni, e restituiti morti, dopo un’autopsia.

Perché tenevano le salme fino a cinque giorni? Che succedeva ai corpi in quel lasso di tempo? Perché facevano autopsie contro la volontà della famiglia, quando la causa del decesso era ovvia? Perché restituivano le salme di notte? E con le scorte militari? Perché l’area veniva isolata durante il funerale? Perché toglievano l’elettricità? I parenti dei Palestinesi morti non nutrivano più alcun dubbio sul motivo delle uccisioni, ma il portavoce dell’esercito israeliano affermò che le accuse di furto di organi erano menzogne. Disse che tutte le vittime palestinesi venivano sottoposte ad autopsia di routine. Quando i corpi venivano finalmente restituiti alle famiglie, spessola parte superiore del corpo era bendata; quando le bende venivano rimosse, si scopriva che la cassa toracica era stata riempita di garza, e che mancava il cuore, o altri organi.

Per vari anni sono circolate accuse nei confronti del patologo di Stato israeliano, Yehuda Hiss, sospettato di furto di organi. Nel 2001 l’agenzia stampa nazionale israeliana riferiva: “… i genitori del soldato Ze’ev Buzgallo ucciso in un incidente militare sulle Alture del Golan, stanno per presentare una richiesta alla Corte Suprema di Giustizia per chiedere l’immediata sospensione e incriminazione del Dottor Yehuda Hiss. Hiss è direttore dell’Istituto Forense Abu Kabir… Secondo i genitori, il corpo del ragazzo fu usato per esperimenti medici senza il loro consenso, esperimenti autorizzati da Hiss. “La rivelazione della presenza di organi umani conservati illegalmente all’Istituto Forense Abu Kabir ha spinto il membro della Knesset Anat Maor, presidente della Commissione Scientifica del Parlamento, a chiedere l’immediata sospensione del direttore, il Prof. Yehuda Hiss”.

Le autorità erano state messe in guardia sulla condotta illecita di Hiss già nel 1998, anche se per anni non fecero nulla. “Nel 2001 un’indagine del Ministero della Sanità israeliano scoprì che Hiss era stato coinvolto per anni nel prelievo di organi come gambe, ovaie e testicoli eseguito senza il consenso dei familiari per poi vendere gli organi a scuole di medicina dove venivano usati per la ricerca e il tirocinio. Era stato nominato capo patologo nel 1988. Hiss non fu mai incriminato, ma nel 2004 fu costretto a dimettersi dalla direzione dell’obitorio nazionale dopo anni di lagnanze”. Nonostante tutto ciò, il Prof. Yehuda Hiss continua ad essere direttore del Centro di medicina legale e ad effettuare autopsie sui corpi dei martiri Palestinesi.

 

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