La chiesa apostolica armena canonizza ufficialmente 1,5 milioni di vittime del genocidio armeno, alla vigilia delle commemorazioni del suo centenario e nonostante le critiche della Turchia che rifiuta la definizione di genocidio per il massacro di armeni da parte degli ottomani. Si tratta della più grande canonizzazione mai decisa da una Chiesa cristiana. Canonizzando le vittime, «la Chiesa non fa altro che riconoscere i fatti, ossia il genocidio», ha sottolineato il capo della chiesa armena, il Patriarca Supremo e il ‘Catholicos’ di tutti gli Armeni, Karekin II, che celebrerà la cerimonia a Echmiadzin, ad una ventina di km da Ierevan, in un edificio del IV secolo considerato la prima chiesa al mondo ad essere stata costruita per volontà statale.
“Per noi armeni, è un obbligo morale e un diritto ricordare il milione e mezzo dei nostri che sono morti e delle centinaia di migliaia di persone che hanno subito delle privazioni inumane”, ha dichiarato il presidente armeno Serzh Sarksyan, che si è anche detto pronto a normalizzare le relazioni con la Turchia e a stabilire rapporti senza alcuna precondizione.
“Alla fin fine dobbiamo stabilire relazioni normali con la Turchia – ha detto – e stabilire queste relazioni normali dovrebbe essere fatto senza alcuna precondizione”, ha detto parlando con un gruppo di giornalisti stranieri, secondo quanto riferiscono alcuni media russi. L’apertura arriva due mesi dopo che Sarksyan ha ritirato dal parlamento gli accordi di pace, accusando Ankara di carenza di volontà politica per mettere fine a 100 anni di ostilità.