(Salvatore Lazzara) – Scrive G. Gaiani: “…la “finta guerra” di arabi e occidentali contro l’ISIS in Siria [mira] in realtà a indebolire Damasco non certo gli islamisti”. Sono gli occidentali gli alleati dei tagliagole. Mentre Iran e Russia difendono Damasco dalla barbarie islamista. Solo Assad riesce a respingere le milizie dell’Isis, senza l’aiuto della forza militare inviata da Obama per abbattere i terroristi islamici. Dopo la vittoria dell’esercito arabo siriano sui fondamentalisti, la sicurezza di Palmira, continua ad essere minacciata. Intanto, in Iraq, le forze governative hanno annunciato di aver respinto un attacco notturno nei pressi di Ramadi, conquistata nel fine settimana dal gruppo fondamentalista sunnita.
Se l’antica Palmira, con le sue suggestive rovine romane nel deserto –commenta Gianandrea Gaiani-, “per il momento sembra essere riuscita a sfuggire alla furia iconoclasta delle milizie dello Stato Islamico, il mondo deve ringraziare i soldati siriani, le truppe regolari di Bashar Assad. Non certo la Coalizione internazionale che in Siria ha giocato un ruolo di rilievo solo durante l’assedio della città curda di Kobane e da allora più che combattere lo Stato Islamico sembra impegnata a far cadere il governo di Damasco. Difficile infatti non notare che sul fronte siriano sono presenti i jet delle monarchie sunnite del Golfo, ieri sponsor dell’ISIS e oggi dei movimenti islamisti (salafiti, qaedisti, Fratelli Musulmani) che combattono il regime sciita di Bashar Assad”.
La conferma che le antichità di Palmira sono state finora risparmiate è giunta anche dalla Direzione delle Antichità e dei musei della Siria. Benché negli ultimi giorni siano state diffuse voci non confermate da Washington circa il grave ferimento del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi e dell’uccisione del suo braccio destro al-Afri e del suo ministro del petrolio Abu Sayyaf, lo Stato Islamico ha dimostrato di poter ancora combattere con determinazione e successo a quasi 10 mesi dall’intervento internazionale. Se a Palmira le truppe di Assad hanno respinto l’offensiva, a Ramadi, capoluogo della provincia irachena di al-Anbar, non è andata altrettanto bene alle truppe irachene. I jihadisti hanno preso, sabato, il controllo del centro sfondando le linee governative con ben 9 autobombe e occupando palazzi istituzionali e comando militare provinciale. La situazione è gravissima perché il tracollo delle forze irachene in questo settore aprirebbe ai jihadisti la strada per Baghdad. Per questo il premier iracheno, lo sciita Haidar al-Abadi, ha ordinato alle truppe di non ritirarsi inviando a rinforzo le stesse milizie sciite impiegate per liberare Tikrit, città natale di Saddam Hussein, dove si sono macchiate di gravi violenze nei confronti della popolazione sunnita.
Oltre a Ramadi, che Washington ritiene non sia ancora del tutto in mano all’IS, le truppe irachene sono state sconfitte anche a Fallujah dove hanno lasciato sul terreno 200 caduti e consentendo al Califfato di controllare la quasi totalità della provincia di al-Anbar che da sola copre poco meno di un terzo della superficie complessiva dell’Iraq tra i confini con Siria, Giordania e Arabia Saudita. Il giorno prima della caduta di Ramadi, al-Baghdadi aveva esortato con un messaggio audio i suoi combattenti a non mollare proprio in quel settore. Nell’audio il ‘califfo’ afferma tra l’altro che l’islam “è una religione di guerra” e raccomanda “ai leoni del Califfato a Raqqa, Mosul, Aleppo e eroi dell’Islam” di essere “pazienti, determinati, e cauti perché i nemici di Allah si stanno mobilitando, crescono, e minacciano la gente di Mosul. Pensiamo che muoveranno prima verso Raqqa e Aleppo, poi Mosul. Siate cauti”. Il messaggio, che accenna ai principali teatri d’azione dell’IS, dallo Yemen alla Libia passando per Iraq e Siria, contiene minacce ai “crociati” e agli ebrei”.
Don Salvatore Lazzara – Sacerdote da 17 anni, è cappellano alla Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri a Roma, ruolo che ha ricoperto anche all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Da Cappellano Militare ha svolto i seguenti incarichi: Maricentro (MM) La Spezia, Nave San Giusto con la campagna addestrativa nel Sud Est Asiatico, X° Gruppo Navale in Sinai per la missione di Pace MFO. Successivamente trasferito alla Scuola Allievi Carabinieri di Roma. Ha partecipato alla missione in Bosnia con i Carabinieri dell’MSU. Di ritorno dalla missione è stato trasferito alla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Dopo l’esperienza nei Carabinieri è tornato a Palermo presso i Lanceri d’Aosta (Esercito). Per Da Porta Sant’Anna curava inizialmente la rubrica “Al Pozzo di Sicar”; da Luglio 2014 ha assunto il ruolo di Direttore del Portale.