(Raimondo Schiavone) – “Questa crisi è una meravigliosa opportunità per rallentare e riallineare tutto; per disegnare un orizzonte più vero”. Con queste parole Giorgio Armani ha voluto esprimere le proprie idee in una lettera indirizzata pochi giorni fa a Miles Socha, redattore capo di WWD, la bibbia della moda, ed ai suoi collaboratori.
Non scopriamo certo oggi l’intuito e l’intelligenza dello stilista italiano, la sua capacità di interpretare i tempi per tracciare il futuro, conservando nel tempo una linearità artistica unica.
La lettera, un manuale di riflessioni sul campo della moda, sui suoi interessi, vezzi, maniacalità, esteriorità, in una trasposizione economica, può essere letta anche e soprattutto come un manifesto del nuovo modo di interpretare la vita il costume ed i mercati ai tempi del Covid19.
Regala parole chiave semplici ma cariche della consapevolezza che ridefinire le priorità inesorabilmente sovvertite dalla pandemia è necessario. Con uno sguardo senza tempo rivolto al mondo che verrà.
“Rallentare”. Rispetto a quella frenesia globale che impone eventi continui, risposte e soluzioni immediate, acquisti compulsivi, sprechi. Riflettere sulle cose, dando il tempo alle stesse di sedimentare nella mente, pesando il contenuto delle parole, leggendo prima di scrivere, prendendo appunti su un blocco di carta, rispondendo ad una mail dopo aver pensato all’effetto che un messaggio produce.
“Ridisegnare un orizzonte più vero”. Una prospettiva globale più giusta, consapevoli che vi sono coloro che hanno consumato e chi invece vorrebbe ancora farlo, ma le risorse non sono infinite. Che è indispensabile un riequilibrio delle risorse, poiché troppo pochi sono i ricchi e tanti i poveri. E quelli che hanno meno tempo per pensare e creare sono proprio i ricchi.
“Questa crisi è anche una meravigliosa opportunità per ridare valore all’autenticità: basta con la moda come puro gioco di comunicazione…”. Autenticità vista come un valore che si contrappone all’ipocrisia del futile, dell’irrilevante, che rivaluta gli affetti intesi come amicizia, amore, famiglia, dando importanza alle relazioni umane messe sempre più in secondo piano dalla rapidità degli accadimenti e dagli eccessivi impegni. Autenticità dei prodotti, di ciò che si immette sul mercato ma anche di quanto si consuma. Perché se è vero che viviamo in un mondo globale e che il treno della globalizzazione non si ferma con un dito, è anche vero che con un dito si digita il pin del proprio bancomat quando si acquista, specie ciò che mangiamo, guardando alla porta accanto e non alla pubblicità più bella. Perché se è vero che non si può e non si deve fermare il progresso, è anche vero che non può essere dettato solo dall’esteriorità di un messaggio comunicativo. Come fosse tutto un gioco di ruolo nel quale ognuno interpreta una parte, senza mai conoscere l’identità del regista.
“…Il lusso richiede tempo, per essere realizzato e per essere apprezzato”. Il lusso, inteso nella sua accezione positiva, come rarità ed esclusività, non può prescindere dal tempo, come ogni cosa della vita che possieda qualità: da un percorso di studi alla creazione di una impresa, dalla ricerca di un abito alla spesa quotidiana. Persino il pasto va consumato con lentezza, per essere apprezzato. Il tempo è quella variabile che incide sulla nostra vita, quanto e più di ogni altra cosa, ma il tempo spesso va lasciato scorrere senza inseguirlo ed ha un valore immenso se impegnato bene, molto più di quell’oggetto che lo misura e che portiamo al polso. Il lusso va sempre associato alla qualità. Delle cose, della vita. Che non significa “sprechi di denaro che inquinano e sono verniciate di smalto sul nulla”, ma consapevolezza che gli oggetti, i rapporti umani, gli affetti, per essere rari ed esclusivi, hanno bisogno della lentezza del tempo.
“Ho sempre creduto in una idea di eleganza senza tempo, che non è solo un preciso credo estetico…”. Eleganza è sapersi comportare, saper nutrire e mantenere in piedi le giuste relazioni, avere rispetto verso gli altri. Non è supponenza, è identità. Significa avere personalità interiore ancor prima che esteriore. Avere la capacità di credere non solo in se stessi ma anche e soprattutto negli altri, perché “uniti” si vince.
Re Giorgio, ancora una volta, ci mostra il mondo che sarà con la concretezza e la passione con cui ha sempre disegnato le sue creazioni. E ancora una volta, quel mondo, lo dipinge di blu. Il blu che dai suoi abiti si posa come per incanto sulle sue idee, regalandoci un equilibrio senza tempo ed una meravigliosa opportunità per ridisegnare il futuro.