(Federica Cannas) – In un Paese come la Colombia, segnato da profonde cicatrici neoliberiste, la Riforma del lavoro di Gustavo Petro – primo Presidente di sinistra nella storia del Paese -, approvata il 17 ottobre dalla Camera dei Rappresentanti, segna un’evoluzione significativa nella tutela dei diritti dei lavoratori colombiani.
Con 93 voti a favore e 13 contrari, il disegno di legge approvato dalla Camera costituisce una delle iniziative legislative più significative del mandato di Petro. Una riforma sicuramente complessa ma estremamente inclusiva e di cui la Colombia, oggi più che mai, ha davvero bisogno.
Un’iniziativa legislativa con un approccio basato sulla tutela dei diritti, che punta a ridurre le disuguaglianze e a promuovere una giusta redistribuzione della ricchezza, che vuole garantire stabilità, incoraggiare la creazione di posti di lavoro e rafforzare i diritti e le condizioni dei lavoratori.
Manca ancora poco prima che cominci la discussione al Senato, entro la prima metà del mese di dicembre.
I relatori incaricati dell’analisi e dell’elaborazione del disegno di legge saranno impegnati a garantire un’analisi tecnica e rappresentativa della riforma, che promuova un lavoro dignitoso per tutti i colombiani.
L’iniziativa conta complessivamente 88 articoli, di cui otto nuovi e integrati attraverso proposte presentate dai rappresentanti della Camera.
Vale la pena ricordare, tra i punti più importanti, il contratto di lavoro a tempo indeterminato.
La riforma ruota, infatti, intorno alla stabilità del lavoro, motivo per cui verrà data priorità al contratto di lavoro a tempo indeterminato, con la limitazione del ricorso a contratti a breve termine. Questa misura ha l’obiettivo di assicurare maggiore stabilità ai lavoratori e ridurre la precarietà del lavoro.
È prevista anche l’estensione del congedo di paternità a sei settimane e la creazione di un contratto agricolo e salariale per oltre un milione di agricoltori.
Il turno di notte con inizio alle ore 19 anziché alle 21 è un altro punto in discussione.
Tra le proposte vi è anche la retribuzione per il lavoro svolto durante il giorno di riposo obbligatorio, che sarà pari al 100% invece dell’attuale 75%. La giornata lavorativa sarà di otto ore, mentre l’orario massimo di lavoro settimanale sarà di 42 ore.
La modifica dei compensi domenicali e festivi e i contratti di lavoro per gli studenti del servizio didattico nazionale sono alcuni dei punti chiave degli articoli approvati senza difficoltà alla Camera.
Sebbene il testo del disegno di legge abbia subito diverse modifiche rispetto alle versioni precedenti, il bilancio finale per il governo è positivo.
La parlamentare e rappresentante del Pacto Histórico, Maria Fernanda Carrascal, una delle principali promotrici dell’iniziativa legislativa e coordinatrice dei relatori, dopo l’approvazione alla Camera, ha dichiarato trattarsi di una riforma progressista che restituisce ai lavoratori diritti prima negati, quali il turno di notte, nuove opportunità per le donne e migliori condizioni di lavoro e di reddito per le famiglie colombiane. Ha sottolineato la necessità di adottare una riforma che non genera disoccupazione né rallenta la produttività delle imprese.
Benché tutto sembri indicare che avrebbe un impatto positivo sui colombiani, vi sono dure critiche riguardo a questa prima approvazione e l’opposizione continua ad esercitare pressioni.
Nonostante le opposizioni, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese, che temono un impatto negativo sull’economia, con possibili effetti negativi significativi sulla creazione di posti di lavoro, sull’occupazione formale e sulla sostenibilità economica delle aziende, il governo Petro è determinato a portare avanti questa riforma.
La Reforma laboral rappresenta un tentativo coraggioso di trasformare il panorama lavorativo colombiano, mettendo al centro i diritti dei lavoratori e la giustizia sociale.
Solo il tempo mostrerà se la riforma potrà superare le resistenze e produrre i cambiamenti auspicati.