LA RIVELAZIONE/ Una falla senza precedenti: così il Mossad ha organizzato l’attacco a Hezbollah


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Il Mossad ha usato una strategia ben collaudata, basata sull’impiego di aziende di facciata, per colpire Hezbollah. Attraverso una rete complessa di società fittizie, gli agenti israeliani sono riusciti a vendere alla fazione sciita dei cercapersone sabotati, che successivamente hanno causato devastazioni tra i quadri del gruppo. In risposta a gravi perdite dovute a intercettazioni israeliane, Hezbollah ha deciso di interrompere l’uso dei telefoni cellulari, ordinando invece dei cercapersone. Il compito di acquistarli è stato affidato a un intermediario fidato, che ha lavorato attraverso una catena di fornitori internazionali. Middle East Eye ha rivelato che uno dei punti chiave di questa operazione era la BAC di Budapest, che agiva su licenza della Gold Apollo di Taiwan. Tuttavia, la fornitura finale è arrivata tramite la Norta Global di Sofia, di proprietà di un cittadino norvegese. In un’intervista, la responsabile della BAC ha confermato che la sua azienda ha svolto solo un ruolo di mediazione, limitandosi a facilitare la consegna di migliaia di dispositivi destinati al gruppo armato.

Il quotidiano New York Times ha poi rivelato come il Mossad abbia impiegato almeno due aziende per portare a termine l’operazione. Questa tattica, usata anche in passato per sabotare il programma nucleare iraniano, è stata attuata con una precisione chirurgica. Attraverso aziende di facciata, gli israeliani hanno fornito a Hezbollah cercapersone manipolati che hanno permesso loro di monitorare le comunicazioni interne del gruppo. I primi invii sono stati tracciati a partire dall’estate del 2022, con un significativo incremento dovuto all’allarme di Hezbollah per la crescente capacità di Israele di intercettare le loro comunicazioni.

La minaccia di intercettazioni, combinata con l’eliminazione di diversi comandanti del gruppo, ha portato Hezbollah a cercare contromisure più efficaci, rendendo più facile per Israele infiltrarsi ulteriormente. I cercapersone manomessi si sono rivelati letali, scatenando una serie di esplosioni. Ma la trappola non si è fermata qui.

Dopo i cercapersone, Israele ha colpito Hezbollah attraverso un’altra serie di dispositivi: le radio. Numerose ricetrasmittenti giapponesi IC-V82, ormai fuori produzione ma ancora in uso dai miliziani, sono esplose in diversi punti del Libano, causando gravi perdite. Questi dispositivi, prodotti dalla ICOM di Osaka, erano stati esportati in Medio Oriente tra il 2004 e il 2014. Non è ancora chiaro come il Mossad sia riuscito a sabotare anche questi apparati, ma si ipotizza che sia stata utilizzata una tecnica sofisticata per compromettere l’intera rete di comunicazione del gruppo.

Mentre le indagini continuano e le versioni ufficiali restano frammentarie, emergono ulteriori dettagli su questa operazione segreta, dove la “nebbia di guerra” rende difficile distinguere i fatti dalle supposizioni. L’efficacia del piano del Mossad, però, sembra aver colto di sorpresa Hezbollah, mettendo in difficoltà il loro apparato di comunicazione e difesa.

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