La Marina militare russa trasformerà i suoi impianti nel porto di Tartus, nella Siria nord-occidentale, in una “base navale permanente”. La conferma è arrivata direttamente dal vice ministro della Difesa Nikolai Pankov: “Sono stati preparati i documenti relativi e speriamo di presentarveli il prima possibile”, ha detto l’esponente del governo di Mosca davanti alla commissione per gli affari esteri del Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo. Allo stato attuale, il centro logistico temporaneo di Tartus è l’unico punto di riferimento della marina russa nel Mar Mediterraneo.
Dopo oltre un anno dall’inizio del suo intervento militare, la Russia continua quindi a rafforzare il suo dispiegamento nel paese al fianco dell’esercito governativo. Secondo molti osservatori, il numero dei militari russi (attualmente sono 4.300) è destinato ad aumentare malgrado il presidente russo Vladimir Putin avesse annunciato nel marzo scorso di voler allentare il peso della presenza russa al fianco di Bashar al Assad.
Il Cremlino ha recentemente ordinato il dislocamento di batterie di difesa aerea S-300 per completare le difese nella base di Tartus. Alla fine delle scorsa settimana, la camera bassa del parlamento russo ha ratificato l’accordo tra Russia e Siria che prevede il dislocamento senza limiti di scadenza temporale delle unità dell’aviazione di Mosca in Siria, a sostegno delle truppe del presidente siriano Bashar al Assad. L’accordo tra la Russia e la Siria sul dispiegamento del gruppo aereo russo nel campo di aviazione militare di Hmeimim, passato sotto la giurisdizione di Mosca, è stato firmato a Damasco il 26 agosto 2015, ma è stato reso pubblico solo a gennaio di quest’anno. Il 9 agosto scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha sottoposto il testo dell’accordo alla ratifica della Duma di stato.
La ratifica della dislocazione a tempo indeterminato della missione aerea russa in Siria, arriva in un momento cruciale del futuro del paese arabo. Dopo la rottura della tregua concordata tra Mosca e Washington, in vigore per sette giorni a settembre scorso, sono ripresi i combattimenti in diverse aree della Siria, e in particolare nella parte orientale di Aleppo, roccaforte dei ribelli.
In precedenza, Pankov aveva dichiarato che il ministero della Difesa russo vorrebbe creare della basi militari nei paesi dove già erano presenti strutture analoghe dell’Unione Sovietica. Il vice ministro, in particolare, ha rivelato che Mosca sta seriamente valutando la possibilità di tornare ad avere basi militari a Cuba e in Vietnam: “Ci stiamo lavorando”, ha detto, senza aggiungere altri commenti.