(Raimondo Schiavone) – La tregua recentemente annunciata tra Hamas e Israele rappresenta uno degli episodi più ipocriti nella lunga e tormentata storia del conflitto israelo-palestinese. Non è un accordo di pace, né un passo verso una soluzione duratura, ma piuttosto l’ennesima testimonianza del fallimento strategico e politico di Hamas, che si è ritrovato costretto a piegarsi di fronte alla schiacciante forza militare israeliana e alle politiche di Benjamin Netanyahu, definibili come genocidiarie nella loro brutalità.
Hamas, nel corso degli anni, ha sacrificato il popolo palestinese in nome di strategie politiche e belliche disastrose. Ha trascinato Gaza in un conflitto insostenibile, trasformando la popolazione in scudi umani e vittime di un gioco di potere che si è dimostrato inutile. Questo stesso popolo, affidatosi a un’organizzazione incapace di difenderlo, ora piange un numero incalcolabile di morti, subisce una devastazione senza precedenti e vede la propria causa ulteriormente compromessa agli occhi del mondo.
Hamas ha tradito anche i suoi storici sostenitori, tra cui l’Iran e Hezbollah. Una volta pilastri del cosiddetto “Asse della Resistenza”, questi alleati si sono progressivamente allontanati, delusi dalle scelte tattiche e dall’incoerenza di Hamas. Non solo: l’appoggio ai terroristi al potere in Siria ha dimostrato il vero volto dell’organizzazione, più interessata a mantenere il proprio potere che a proteggere o promuovere i diritti del popolo palestinese.
Israele, dal canto suo, esce apparentemente “pulito” da questo lago di sangue. La leadership di Netanyahu, pur macchiata da politiche di oppressione e dall’uso sproporzionato della forza, riesce a presentarsi come vincitrice di una lotta contro il terrorismo. Questa narrativa trova terreno fertile nel contesto internazionale, in cui Hamas è percepito sempre più come un attore destabilizzante e incapace di proporre una visione concreta per il futuro palestinese.
Questa tregua non è un passo avanti, ma un ulteriore affossamento delle speranze per una soluzione giusta al conflitto. Hamas, con le sue scelte fallimentari, ha dimostrato di essere un attore debole, pronto a vendersi per un sacco di lenticchie, lasciando dietro di sé solo distruzione e disillusione. Nel frattempo, Israele continua a consolidare il proprio dominio, forte della debolezza e delle divisioni tra i suoi avversari.
Solo un profondo cambiamento nelle strategie politiche e militari potrà dare una nuova speranza al popolo palestinese, che merita molto di più di quanto ricevuto finora dai suoi rappresentanti.