La Turchia ribadisce il suo no agli Stati Uniti per l’uso della base militare di Incirlik da parte della coalizione internazionale che combatte contro lo ‘Stato islamico’ (Is) in Siria e Iraq. Fonti del Governo hanno fatto sapere che la trattativa tra Ankara e Washington prosegue ma l’accordo è ancora lontano. Viene così clamorosamente smentito il Consigliere Usa per la sicurezza nazionale, Susan Rice, che parlando alla Nbc aveva annunciato il via libera turco all’uso delle proprie basi da parte degli Stati Uniti.
L’intesa – secondo Rice – prevedeva l’impiego della base di Incirlik, nel sud della Turchia, per “l’addestramento di forze dell’opposizione siriana moderata” e “l’impegno in attività all’interno dell’Iraq e della Siria”.
Continuano senza sosta intanto i combattimenti a Kobane, la strategica città a maggioranza curda situata lungo il confine tra Siria e Turchia. Nelle ultime ore i miliziani curdi delle Unità per la protezione del popolo (Ypg) hanno lanciato un attacco contro l’Is che ha portato all’uccisione di 13 jihadisti e alla cattura di armi pesanti. L’Ypg sta anche avanzando in alcune zone periferiche nelle aree orientali di Kobane.
Le guardie di frontiera turche, secondo quanto riferiscono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, hanno chiesto alle milizie curde dell’Ypg di ritirarsi dall’area intorno alla frontiera. Un kamikaze dell’Is, inoltre, si è fatto esplodere a bordo di un’auto a nord di Kobane, mentre si stava dirigendo verso la frontiera con la Turchia.
Il presidente del Kurdistan iracheno Massoud Barzani, in un’intervista a Sky News Arabia, ha detto che i curdi combatteranno ‘fino all’ultima goccia di sangue: “La Turchia resta un Paese amico nonostante non abbia consentito l’invio di aiuti militari ai curdi a Kobane”. Barzani ha affermato comunque che a inizio agosto Ankara ha inviato un carico di armi dopo che le zone curde dell’Iraq sono state attaccate dallo Stato islamico, ”ma ci hanno chiesto di non renderlo pubblico”.
”Stiamo combattendo un’organizzazione terroristica che ha le potenzialità di uno Stato e i peshmerga sono ora l’unica forza in grado di fronteggiare l’Is e di fermare la sua avanzata – ha detto – Il nostro piano è di combattere contro l’Is fino all’ultima goccia di sangue”, in collaborazione con il governo di Baghdad e con la coalizione internazionale guidata dagli Usa.
Parlando dello Stato islamico (Is), Barzani ha affermato che si tratta di una ”organizzazione terroristica violenta” nella quale ”ci sono centinaia di europei e americani”. Il presidente curdo ha parlato infine di jihadisti provenienti ”da Europa, Usa, Africa, Australia, Asia e molti Paesi”.