«L’ accerchiamento sta soffocando il Califfato, non più in grado di risposte militari adeguate agli avversari che ha di fronte». È l’analisi della situazione in Medio Oriente di Carlo Mastelloni, Procuratore capo di Trieste, esperto delle dinamiche terroristiche di quell’area. Tuttavia, non si tratta di una situazione che «si risolverà nell’immediato», occorrerà prima «trovare una visione condivisa tra le grandi potenze».
Nell’analisi, Mastelloni sostiene che «sul terreno militare l’offensiva islamista in Iraq e Siria è stata completamente bloccata. Sono cadute roccaforti dell’Isis come Kobane e Sinjar. La stessa Raqqa, considerata la capitale del Califfato, sembra destinata a cedere sotto l’attacco della coalizione di curdi, combattenti sciiti, forze regolari irachene appoggiate dalle aviazioni occidentali». E «in Siria il diretto intervento russo a sostegno di Assad sembra molto efficace».
Secondo il magistrato, gli attacchi di Parigi sono legati alla «strage di Beirut in un quartiere controllato dagli hezbollah sciiti», e «quasi certamente» anche con «l’abbattimento di un aereo di linea russo in Egitto, tentativi di spezzare alleanze trasversali (Iran-Russia-Usa) al cui interno anche la Francia, dove vivono 6 milioni di mussulmani, è protagonista dopo l’intensificazione dei bombardamenti dei Mirages specie in Siria».
Gli attentati di due sere fa a Parigi hanno «certamente un minimo di organizzazione superiore» a quella a Charlie Hebdo ponendo attenzione ai «corpetti che indossavano gli attentatori che si sono fatti esplodere». Quale può essere la risposta all’attacco di Parigi? «È indispensabile un esteso e proficuo lavoro di intelligence per scongiurare il ripetersi di tragedie come quella di Parigi»; serve anche un «coordinamento tra i Servizi di sicurezza europei e il controllo dei ‘combattenti di ritornò».
In questo scenario, quali rischi corre l’Italia? «Noi non siamo attivi nel teatro di guerra, in teoria dovremmo essere esenti dall’attenzione dei terroristi. Ma se non si monitora la minaccia,l’Italia potrebbe subire attacchi durante il Giubileo». Occorre «riempire l’organico di tutte le forze di polizia e un piano di emergenza dei Servizi in collaborazione con il Ros dei Carabinieri e la Direzione centrale Polizia di prevenzione, che si dispieghi, però, in funzione preventiva».