Amnesty International ha accusato Hamas di essersi macchiato di «abusi orrendi» la scorsa estate mentre a Gaza era in corso il conflitto con Israele. In un rapporto dal titolo: «Rapimenti, torture e uccisioni sommarie» la organizzazione accusa Hamas di aver ucciso almeno 23 palestinesi (in parte membri del partito rivale di al-Fatah) e di averne torturati decine di altri. Amnesty invoca dunque lo svolgimento di una indagine internazionale ed indipendente.
Fra gli episodi più significativi, il rapporto menziona l’uccisione pubblica di sette persone da parte di membri di Hamas, il 22 agosto, di fronte alla moschea al-Omari di Gaza, alla presenza di centinaia di persone fra cui bambini, con l’accusa di collaborazionismo. Altre undici sono state uccise in un commissariato, tra loro due donne. Si è trattato del più alto numero di presunti informatori uccisi in un singolo giorno da quando Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza nel 2007. Il rapporto menziona anche la sevizie patite da prigionieri di Hamas.
«Queste azioni che fanno rabbrividire, alcune delle quali rientrano fra i crimini di guerra – afferma il rapporto – sono state concepite per motivi di vendetta e nell’intento di disseminare paura nella Striscia di Gaza». «La leadership di Hamas a Gaza – nota Amnesty – invoca i diritti e la giustizia per i palestinesi di Gaza e altrove, ma non sempre agisce in una maniera che mostri rispetto per i diritti, la giustizia e la supremazia della legge».