L’ascesa della Cina nelle STEM: il nuovo baricentro della conoscenza


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(Raimondo Schiavone) – Negli ultimi decenni, la Cina ha implementato una strategia educativa e tecnologica orientata alla formazione di una forza lavoro altamente qualificata nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Questo approccio sistematico ha trasformato il Paese nella principale fucina mondiale di laureati in scienze e tecnologia, con profonde implicazioni per l’innovazione scientifica, l’economia e la geopolitica globale.

L’educazione STEM in Cina è concepita come un asse portante dello sviluppo nazionale. Il Ministero dell’Istruzione cinese ha istituito curricoli altamente strutturati già a livello di istruzione primaria, ponendo particolare enfasi sulla matematica, disciplina che viene insegnata con metodi rigorosi basati su esercizi intensivi, logica sequenziale e problem-solving avanzato. Il risultato è evidente nei punteggi ottenuti dagli studenti cinesi nei test internazionali: nell’ultima rilevazione PISA (Programme for International Student Assessment), la Cina si è classificata al primo posto globale per le competenze matematiche e scientifiche, con punteggi medi superiori del 25% rispetto a quelli degli studenti statunitensi ed europei.

Parallelamente, la digitalizzazione dell’istruzione ha rappresentato un acceleratore per la formazione STEM. Il governo cinese ha investito massicciamente nello sviluppo di piattaforme di e-learning, integrando moduli di apprendimento basati su machine learning, simulazioni computazionali e realtà virtuale. Questi strumenti permettono agli studenti di acquisire competenze avanzate in fisica teorica, ingegneria computazionale e intelligenza artificiale sin dalla scuola secondaria. Inoltre, programmi di formazione extracurricolare supportati dallo Stato incentivano la partecipazione a competizioni di coding, robotica e data science, creando un ecosistema formativo iper-specializzato.

Un elemento distintivo del modello cinese è la sinergia tra il sistema universitario e l’industria tecnologica. Le principali università del Paese, come la Tsinghua University e la Peking University, hanno instaurato partnership con colossi dell’innovazione quali Huawei, Alibaba e Tencent. Queste collaborazioni si traducono in programmi congiunti di ricerca, laboratori specializzati e percorsi formativi orientati direttamente alle necessità del mercato del lavoro, garantendo un flusso costante di talenti verso i settori strategici della nazione.

A livello politico-economico, il ruolo delle STEM è centrale all’interno delle direttive strategiche nazionali. Il piano “Made in China 2025”, adottato per ridurre la dipendenza tecnologica dall’Occidente, prevede l’incremento della produzione interna di semiconduttori, dispositivi quantistici e infrastrutture di telecomunicazione avanzata. Parallelamente, il “China STEM Education Blue Book” fornisce linee guida per l’incremento del numero di laureati STEM, con l’obiettivo di superare i 10 milioni di nuovi ingegneri e ricercatori entro il 2030.

L’influenza cinese nel campo dell’istruzione scientifica non si limita ai confini nazionali. Le università cinesi attraggono un numero crescente di studenti internazionali, e attraverso programmi come la Belt and Road Initiative (BRI), Pechino finanzia istituti di ricerca e centri di formazione tecnologica in Africa, America Latina e Sud-Est asiatico, consolidando il proprio dominio culturale e scientifico su scala globale.

L’Occidente, nel frattempo, sta affrontando una crisi nella formazione STEM, con un calo significativo delle iscrizioni universitarie nelle discipline scientifiche e ingegneristiche. Mentre Europa e Stati Uniti registrano difficoltà nell’attrarre talenti nei settori ad alta tecnologia, la Cina continua a produrre milioni di laureati altamente qualificati, spostando progressivamente il baricentro della conoscenza scientifica e dell’innovazione industriale verso l’Asia.

L’avanzata cinese nelle STEM non è soltanto un fenomeno educativo, ma una ridefinizione degli equilibri globali. Se il XX secolo è stato dominato dalla supremazia tecnologica occidentale, il XXI secolo si configura come l’era della scienza sinocentrica.


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