Le milizie libiche di Misurata che fanno capo all’operazione “al Bunian al Marsus” hanno annunciato tramite il loro portavoce, colonnello Mohammed al Ghasri, l’ingresso nel centro di Sirte, città roccaforte dello Stato islamico in Libia. Nella notte, infatti, i miliziani fedeli al governo di Tripoli sono arrivati nel centro cittadino nonostante il fuoco dei tiratori scelti nemici.
Secondo il portavoce, i combattenti fedeli all’esecutivo di accordo nazionale sono giunti nelle vicinanze del palazzo dei congressi Ouagadougou, considerato come la base del gruppo terroristico, con un’improvvisa accelerata nell’offensiva di terra. Al Ghasri prevede che le operazioni continueranno al massimo per altri due o tre giorni prima della conquista completa della città. Intanto la Marina libica ha preso il controllo delle coste per impedire ai miliziani dello Stato islamico di lasciare la città via mare.
In precedenza, le milizie libiche avevano occupato la zona di Wadi Harawa, che si trova 70 chilometri ad est di Sirte: ad annunciarlo è stato il capo della direttrice sud dell’operazione “al Bunian al Marsus”, Seif Eddin Bashir, al sito web informativo libico “al Wasat”. Non è chiaro se all’offensiva abbiamo partecipato anche le forze della Guardia Petrolifera di Ibrahim Jadhran, che stavano avanzando verso Sirte da est. La strategia delle milizie che fanno capo al governo di accordo nazionale di Tripoli, ad ogni modo, è quella di isolare Sirte accerchiando l’area ancora in mano allo Stato islamico. Da ovest e da sud le milizie di Misurata sono ormai giunte nel centro della città. Adesso si sono avvicinate dal versante ovest, grazie anche all’aiuto della Guardia petrolifera della Cirenaica.
Nel giro di quattro settimane lo Stato islamico ha perso oltre 120 chilometri di territorio ed è passato dal minacciare Misurata, sede delle milizie considerate più forti della Libia, a dover difendere la propria roccaforte. Le forze di Tripoli contano da inizio mese almeno 100 morti negli scontri per la presa di Sirte. L’accerchiamento è stato reso possibile dalla partecipazione alle operazioni delle milizie delle guardie petrolifere da ovest, della marina militare di Tripoli e dei caccia di Misurata che offrono una copertura aerea alle truppe di terra.
Secondo Heni Nsaibia, ricercatore indipendente specializzato in risk consultancy, monitoring security e terrorismo, gli ultimi sviluppi contraddicono la narrativa dei media occidentali sull’espansione del “califfato” in Libia. “Difficile che possano contare su un numero compreso fra i 3.000 e i 10.000 uomini, come indicato da alcuni analisti occidentali”, ha detto Nsaibia all’agenzia di stampa “Nova”.