La ricostruzione della Siria riparte da Venezia. Il 7 e 8 aprile, nella città lagunare, Università di Architettura di Venezia IUAV in collaborazione con la Facoltà di Architettura di Damasco organizza un convegno di due giorni. Obiettivo: presentare una Carta di Venezia della Ricostruzione articolata in dieci punti. Azioni, spiegano i promotori, ritenute necessarie per la rinascita sostenibile delle città distrutte dalla guerra. Tra gli invitati figurano attori ancora oggi attivi in Siria, come i rappresentati dell’Università di Damasco, del Syrian Center for Policy Research e dell’Observatory of Architecture and Urbanism, oltre a esponenti del MIT di Boston e dell’Institute for Digital Archeology di Oxford, impegnati nella mappatura digitale del conflitto.
Nella prima giornata di lavori, cui prenderanno parte il rettore dell’ateneo, Alberto Ferlenga, il direttore della Scuola di Dottorato Benno Albrecht e il direttore del Dipartimento di Culture del Progetto Carlo Magnani, ci saranno anche esperti in restauro urbano come Omar Abdulaziz Hallaj (Common Space Initiative, Beirut) e Salma Samar Damluji (American University di Beirut), nella storia della città araba come Nasser Rabbat, MIT di Boston, e nella gestione delle emergenze come Sultan Barakat e Jorge Lobos. Il secondo giorno vedrà l’intervento del semiologo Paolo Fabbri che omaggerà Palmira e il coraggio dell’archeologo Khaled Al Asaad (ucciso dall’Isis quale difensore dei resti della città mediorientale) in una discussione con Monica Centanni, Iuav, e Manar Hammad. A seguire Farrok Derakhshani, dell’Aga Kahn Foundation, modererà il dibattito che consentirà di giungere alla stesura definitiva della carta.