Per la prima volta in due anni l’esercito di Damasco ha varcato il confine della provincia di Raqqa, terra di dominio dell’Is, grazie a massicci bombardamenti effettuati dai jet di Mosca. L’ottimismo del presidente Assad è alle stelle, soddisfatta è anche la Russia. La città di Raqqa è la più importante in Siria per l’organizzazione dello Stato islamico che la considera la capitale, qui l’esercito siriano non metteva piede da dall’agosto 2014.
Secondo il quotidiano libanese pro Assad ‘al Akhbar’, che ha definito l’avanzata dei lealisti come “l’inizio della corsa su Raqqa”, Damasco e Mosca non avrebbero alcuna intenzione di lasciare l’area in mano agli americani. Sempre secondo il quotidiano libanese, obiettivo principale sarebbe non Raqqa ma la conquista di Tabqa, centro situato a 50 km dalla capitale dell’Isis, fondamentale sia perchè dotato di una pista di atterraggio, sia perché principale deposito dell’arsenale degli uomini di Al Baghdadi. La conquista di Tabqa risulterebbe una carta importante in mano ad Assad e ai russi nei negoziati relativi la spartizione della regione.
Contestualmente i curdi dell’Ypg e le Forze democratiche siriane dell’Sdf, sostenute dagli Usa, stanno avanzando da nord-ovest, in un’operazione iniziata una settimana fa: potrebbe apparire che per entrambe le parti si tratti di una corsa contro il tempo nel tentativo di arrivare per primi a Raqqa e quindi escludere l’altra parte dalla conquista della capitale dello Stato Islamico.
Non tutti gli analisti concordano nel ritenere che sia in corso una competizione per giungere per primi alla capitale siriana dell’Isis. Tuttavia lo scorso 23 maggio il ministro degli Esteri Lavrov e il collega statunitense John Kerry si sono sentiti per avviare un coordinamento per le operazioni contro l’Isis in Siria e nello specifico su Raqqa, per cui tutto lascia pensare che la cosa sia in atto e che potrebbe addirittura esservi un piano per far operare in modo congiunto le forze di Bashar al-Assad, sostenute dai russi e appoggiate dagli Hezbollah libanesi, e quelle dell’Ypg e dell’Sdf per la presa e la gestione della capitale dell’Isis.
Ad Aleppo, intanto, un grosso attentato sferrato dai combattenti di al Nusra, ramo siriano di Al Qaeda, a colpi di missili e cannoni e mortai, ha fatto strage di civili e militari. L’Is è invece responsabile dell’attacco ad un sito petrolifero in Iraq ad est di Tikrit. A Falluja intanto l’esercito iracheno sembra avere la meglio, ma una serie di attacchi ha scosso Bagdad: colpiti mercati e stazioni di polizia 15 i morti complessivi. E la firma è ancora dei jihadisti dell’Is.