Lettera a Gentiloni: l’Italia si dissoci dall’addestramento turco- statunitense di jihadisti in Siria


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da: Coordinamento Nazionale per la pace in Siria

 

Egregio signor ministro degli Esteri Gentiloni,

come Lei sa, è stato avviato il progetto turco-statunitense di addestrare 5.000 ‘ribelli moderati’ anti-ISIS. 15.000 combattenti nell’arco di tre anni saranno addestrati dalle forze speciali statunitensi presso i campi di addestramento situati in Turchia (Kirsehir), Arabia Saudita e Giordania.

I primi 2.000 saranno principalmente scelti tra elementi turcmeni notoriamente ostili ad Assad. Le parole di Abdurrahman Mustafa (capo dell’Assemblea turkmena) alla televisione statale turca Trt chiariscono che la posizione di Ankara sposa perfettamente il punto di vista dei turcmeni: ”Aleppo è e rimarrà una città turca “.

Anche le successive aliquote avranno una forte caratterizzazione antigovernativa. In Siria, dopo 4 anni di guerra, si combatte o con Assad o contro Assad e pensiamo che i ribelli saranno scelti tra quelli anti-Assad…
E’ di dominio pubblico che conserveranno la denominazione di ‘ribelli’, appartenendo alle forze anti-Assad. A questa qualifica è stata aggiunta quella di ‘moderati’: a queste forze sarà messo in mano il futuro della Siria, il compito di risolvere il conflitto siriano.

Si sarà accorto, Signor Ministro che è già un non senso: i veri moderati sono quelli che non combattono, quelli che non hanno mai avuto l’attenzione della Comunità Internazionale e non sono mai stati invitati a trattative di pace…

Ma andiamo avanti: l’inizio del training è imminente, forse è già iniziato. L’addestramento in grande stile di ‘ribelli moderati’ era già stato deciso mentre l’incaricato Onu De Mistura cercava una difficile intesa per avviare nuovi negoziati di pace, questa volta più inclusivi.

Signor Ministro, come si può affermare che da parte occidentale si vuole negoziare se si era già pianificato il proseguimento della guerra prima che quei negoziati iniziassero? Se l’incongruenza l’hanno colta i ribelli (che infatti hanno rifiutato ogni negoziato), l’avrà colta anche il governo italiano…
Il progetto per il quale le potenze occidentali stanno spendendo più energie è infatti che l’opposizione ‘moderata siriana’ formata da USA e Turchia dovrà essere in grado di combattere IS e successivamente il ‘regime’ di Bashar Assad. Le dichiarazioni del portavoce del Pentagono ammiraglio John Kirby e del Capo di Stato Maggiore Martin Dempsey sulla duplice finalità di queste forze, sono inequivocabili.

E anche se l’impiego dei ribelli moderati mutasse in corso d’opera con sole finalità anti-ISIS, non si può trascurare che l’utilizzo di ribelli ‘moderati’ è significato sinora il puntuale passaggio ‘in toto’ di uomini e mezzi ai vari gruppi jadisti. Inoltre le stesse brigate di ‘ribelli moderati’ che saranno i primi ad essere addestrati continuano a combattere ad Aleppo le forze governative che devono così distogliere ingenti risorse dalla guerra contro ISIS: è un non senso.
Siamo certi che riconoscerà l’ambiguità di quando sta succedendo. Inoltre Lei sa benissimo che tutte le potenze regionali che hanno aderito a supportare il suddetto training non hanno mai nascosto di fornire basi e mezzi per il training solo a condizione che la nuova forza sia usata contro Assad.
Lei conosce benissimo i sentimenti delle forze regionali: queste forze regionali hanno fatto fuoco e fiamme alla sola ipotesi affacciata dal Segretario di Stato USA Kerry (nel corso di una recente intervista televisiva) di aprire ad Assad per una soluzione pacifica del conflitto..

Non sfugge che se questi piani ‘dominanti’ si dovessero realizzare, la prospettiva per la Siria sarebbe quella di veder continuata l’opera di devastazione in corso. Facciamo nostro il giudizio del vescovo di Aleppo Abou Kazen, apparso in una recente intervista di Radio Vaticana: ” La guerra continuerà finché le potenze straniere vorranno alimentarla. Statunitensi e turchi hanno appena dichiarato di avere un piano di sostegno e addestramento dei gruppi ribelli per i prossimi tre anni.
Quindi hanno già messo in programma che la guerra durerà altri tre anni, e la gente qui continuerà a soffrire e a morire per altri tre anni”.

Come Coordinamento Nazionale per la pace in Siria ci associamo al giudizio espresso dalla rete No War Italia e da altri soggetti, circa l’ambiguità occidentale usata nella guerra libica e poi in quella siriana per giustificare una non lungimirante e ingiusta politica estera.
E’ avvilente che per nascondere questi interventi armati fatti solo per meri interessi geopolitici, si è usato impropriamente il ricorso alla guerra ‘umanitaria’ con il solo scopo di bypassare le Costituzioni nazionali e i Trattati internazionali.

Si tratta di scelte spregiudicate perché si basano più che sulla giustezza delle decisioni prese su ciniche scelte di campo. L’appartenenza a storiche alleanze di area, le motivazioni geopolitiche ed economiche non possono e non devono prevalere su ogni altra considerazione etica e morale! Inutile dire che aver intrapreso questo percorso espone a pericolose derive. Oggi proprio vicino alle nostre coste mediterranee ne vediamo le nefaste conseguenze.

Le nostre considerazioni sono quelle di migliaia e migliaia di italiani, perciò le chiediamo signor Ministro:

– di voler assumere una posizione autonoma e critica in merito al nuovo addestramento dei ‘ribelli moderati’ siriani;

– di voler riesaminare insieme al governo la permanenza dell’Italia nel gruppo ex’amici della Siria’ alla luce degli eventi attuali che mettono in chiara luce la natura settaria del conflitto siriano;

– di voler promuovere l’ eliminazione delle sanzioni alla Siria che si accaniscono soprattutto sulla società civile, diventate ingiustificate anche verso il governo siriano che sta combattendo contro gli jihadisti;

– di voler riaprire i rapporti diplomatici con il governo di Damasco in considerazione del fatto che non esiste preclusione ad un negoziato da parte sua, bensì dalla parte antagonista.

 

Coordinamento Nazionale per la Pace in Siria

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