Il movimento sciita libanese di Hezbollah ha cancellato le celebrazioni annuali per la Giornata internazionale di Gerusalemme per ragioni di sicurezza. Lo riferisce l’emittente televisiva gestita da Hezbollah “Al Manar”, specificando che “prevale la sicurezza” del paese. La commemorazione avrebbe dovuto svolgersi nella periferia meridionale di Beirut, tradizionale roccaforte di Hezbollah. L’attentato nel villaggio cristiano di al Qaa, avvenuto all’inizio della settimana nel governatorato della Bekaa, al confine con la Siria, ha posto l’attenzione delle istituzioni libanesi sul pericolo di nuovi attentati. È la prima volta che il movimento sciita annulla questo evento che celebra annualmente nell’ultimo venerdì del mese di Ramadan. La Giornata internazionale per Gerusalemme esprimere solidarietà al popolo palestinese.
L’attentato terroristico avvenuto il 27 giugno nel villaggio cristiano di al Qaa, nel nord del Libano, dove otto attentatori suicidi si sono fatti esplodere in varie zone provocando cinque morti, ha diffuso il timore, sia nella popolazione che nel mondo politico, di nuovi attacchi che potrebbero destabilizzare il paese. L’esercito libanese sta svolgendo le indagini per far luce sull’azione ed evitare che si registrino altri episodi analoghi in altre zone del paese. Nel corso di perquisizioni condotte dall’esercito in diversi campi profughi, i militari libanesi hanno arrestato 213 persone di nazionalità siriana. Gli arrestati non avevano i documenti in regola.
Le perquisizioni si sono svolte in diverse aree del paese, tra cui Majdal Anjar, nel governatorato della Bekaa, al confine con la Siria, ed a Haret Hreik, quartiere a maggioranza sciita, nella periferia meridionale di Beirut. Come riporta l’agenzia di stampa governativa “Nna”, l’esercito ha arrestato altri 18 siriani durante un’incursione nel campo profughi di Zgharta, nel nord del paese, ad ovest di Tripoli. Gli arrestati, oltre a non avere i documenti in regola, sono accusati di avere legami con i terroristi.
In seguito all’attentato terroristico nel villaggio cristiano di al Qaa, avvenuto all’inizio della settimana, le forze di sicurezza hanno intensificato i controlli, temendo altri attacchi. L’attacco di al Qaa, insieme a quello di inizio mese contro una banca al centro di Beirut, ha posto l’attenzione sulla sicurezza del paese e sulle strategie per evitare l’intensificarsi di atti del genere. Ieri, 30 giugno, l’intelligence libanese ha sventato due attentati di vasta portata pianificate dallo Stato islamico per colpire aree turistiche e zone residenziali nei pressi della capitale Beirut.
Un comunicato pubblicato sul sito ufficiale dell’esercito riferisce che dell’arresto di cinque terroristi responsabili di aver progettato attacchi per prendere di mira una grande struttura turistica molto affollata dopo aver in precedenza pianificato un attentato contro l’esercito. La stampa libanese subito dopo il recente attacco di al Qaa ha ventilato la possibilità che la situazione “critica” che sta vivendo il paese nell’ultimo periodo potrebbe spingere i diversi partiti politici a trovare un accordo sulla legge elettorale ed eleggere il nuovo presidente della repubblica.
Il Libano da oltre due anni non ha un capo dello Stato a causa delle divergenze tra le differenti fazioni politiche. Come ha ribadito più volte il presidente del parlamento, l’elezione del presidente della repubblica è una priorità per la stabilità del paese. Anche nel corso dell’ultima seduta parlamentare, la numero 41, il parlamento libanese non ha raggiunto il quorum necessario (86 su 128) per l’elezione del presidente della Repubblica, a causa del boicottaggio dei deputati della coalizione dell’ 8 Marzo, filo-iraniani. I principali candidati alla presidenza, Michel Aoun e Suleiman Franjieh, sono stati tra gli assenti alla seduta del 24 giugno scorso. Dalla fine del mandato dell’ex presidente Michel Suleiman, avvenuta nel maggio del 2014, i parlamentari si sono incontrati oltre 40 volte, senza mai trovare un accordo sul futuro candidato alla presidenza della Repubblica. Il presidente del parlamento, Nabih Berri, ha aggiornato la seduta al 13 luglio prossimo.
Come fanno notare gli analisti, la seduta numero 42 del parlamento sarà influenzata dall’attentato di al Qaa e dalla generale instabilità regionale. In particolare, Berri ha dichiarato ieri che “l’intesa e il dialogo sono nell’interesse del paese” e ha precisato che non ci sono alternative alla democrazia consensuale. Rivolgendosi direttamente alla Corrente del futuro, guidata dall’ex premier Saad Hariri e ad Hezbollah, il capo del parlamento li ha invitati a “non lasciar passare il tempo e trovare un accordo nell’interesse del paese”. Berri ha anche evidenziato che prima di tutto bisogna elaborare una nuova legge elettorale e dare vita a un governo di unità nazionale. A rendere critica la situazione istituzionale in Libano anche la decisione del partito libanese maronita Kataeb, guidato da Sami Gemayel, di uscire dal governo, avvenuta subito dopo l’attacco contro la sede della “Blom Bank” di Beirut, lo scorso 12 giugno.