L’IS entra nel museo di Palmira: la strumentalizzazione dei media


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(Salvatore Lazzara) – Dopo la sanguinosa conquista, la bandiera nera dello stato islamico sventola sulle rovine di Palmira. E’ quanto si vede nelle foto che stanno circolando sui social, da Facebook a Twitter, postate dai jihadisti, dopo l’occupazione della città siriana, espugnata dai fondamentalisti.  Gli stessi, nelle scorse ore, hanno fatto irruzione all’interno del museo di Palmira, ma non hanno sottratto nulla, in quanto gran parte dei reperti era stata trasferita in precedenza in un luogo sicuro. Lo ha dichiarato Maamoun Abdulkarim, archeologo a capo del dipartimento delle Antichità di Damasco, nel corso di una conferenza stampa. I jihadisti, che hanno preso il controllo della città giovedì scorso, “lo stesso giorno” sono entrati nel museo, “hanno rotto delle repliche in gesso, sono ritornati venerdì, hanno chiuso le porte e posto delle guardie di fronte”.

Oltre la guerra combattuta nei luoghi conquistati dall’IS, -che ha causato migliaia di vittime tra la gente del luogo-, non si ferma la lotta mediatica contro il governo di Damasco (argutamente soprannominato “regime”). Il sedicente osservatorio siriano per i diritti umani con sede a Londra (è mai possibile che un organo così delicato e importante “osservi” la questione siriana da centinaia di chilometri di distanza?), sostenuto dai paesi del golfo e dagli alleati occidentali, tramite comunicati stampa, annuncia la morte di numerosi civili a causa dei raid aerei dell’aeronautica militare, durante le azioni di guerra tra le truppe regolari e i fanatici terroristi dello stato islamico. Un osservatorio che ha sede nella capitale del Regno Unito, da dove attinge le fonti per annunciare con arguta precisione il numero dei morti? Come mai non sono citati quanti hanno perso la vita tramite torture, decapitazioni, crocifissioni, inflitte dai terroristi, e ci si sofferma a condannare le inevitabili azioni militari del governo? Forse le bombe sganciate da Assad, sono più distruttive di quelle lanciate per la libertà, da parte dei potenti che hanno la pretesa di portare la democrazia ed abbattere il governo liberamente scelto dal popolo? La distruzione del patrimonio siriano, non è avvenuta per mano dei siriani, ma da mercenari, dai gruppi terroristici ed infine dall’IS. Per aumentare la sfiducia nei confronti della politica locale, e di conseguenza “giustificare” un futuro intervento armato, i numeri sono attentamente studiati, citando quanti nelle categorie deboli (donne-bambini), hanno perso la vita (chi non si commuove dinanzi alla loro morte? Chi non prova sdegno e repulsione?). Come mai l’osservatorio non cita i morti causati in questi ultimi mesi dai fondamentalisti? Riporto la notizia viziata dalle ideologie del politicamente corretto, lanciata dall’agenzia adnkronos:

“Sono 16.954 i raid aerei e quelli con barili bomba compiuti dal regime di Damasco negli ultimi sette mesi in Siria. Lo denunciano gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, evidenziando come queste azioni abbiamo portato all’uccisione di oltre 2.921 civili, tra cui 689 bambini e 475 donne. A questi numeri si aggiungono 14mila feriti e danni materiali a beni civili che hanno costretto decine di migliaia di persone a vivere da sfollati. Sono invece 1.024 i miliziani dello Stato Islamico (Is) e del Fronte al-Nusra uccisi nei raid. Nel dettaglio, l’Osservatorio parla di 8.035 raid aerei contro le zone di Idlib, Aleppo, Hama, al-Hasakah, Latakia, al-Suwaydaa, Deir Ezzor, Damasco, Dimashq e Daraa. Inoltre gli attivisti riferiscono di 8.919 barili bomba lanciati da elicotteri nelle stesso zone, oltre che su Quneitra”.

I bombardamenti, sono il più clamoroso fallimento dell’umanità, da qualsiasi parte provengano. Strumentalizzare la morte degli innocenti, per affermare i propri interessi, è grave violazione della libertà e della dignità dell’uomo. La guerra mediatica, produce molta distruzione: arriva prima delle bombe, dei proiettili e delle torture. E’ guerra vinta a tavolino. Non lasciamoci condizionare da tanto squallore. Alziamo la testa, guardiamo oltre, dove si trova la verità che grida giustizia, per aiutare la Siria a risorgere dalle rovine devastanti dell’interesse smisurato dell’egoismo umano.

 

 

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