Non c’è Israele nella lista nera dell’Onu di chi nuoce a bambini violandone i diritti durante conflitti armati. L’elenco dei Paesi o delle parti le cui azioni hanno portato a morte o ferimenti di minori è stata diffusa al Palazzo di Vetro. Nel rapporto del segretario generale Ban Ki moon vengono però rivolte pesanti critiche a Israele per le sue operazioni militari del 2014.
L’inclusione dell’esercito israeliano nella lista era stata chiesta dall’inviata Onu per i bambini nei conflitti armati Leila Zerrougui, algerina, nella bozza del rapporto inviata al segretario generale Ban Ki moon. Ban aveva l’ultima parola su chi includere nel testo finale di 43 pagine distribuito ai membri del Consiglio di Sicurezza e ha deciso di scavalcare la sua inviata, una decisione giudicata inconsueta al Palazzo di Vetro.
Nel rapporto il segretario generale afferma d’altro canto che l’uccisione o il ferimento di bambini palestinesi in Cisgiordania e Gaza è stato inaccettabile. Ban chiede quindi a Israele di «fare passi concreti e immediati tra cui la revisione delle politiche e pratiche esistenti, per prevenire che bambini perdano la vita o restino feriti e di rispettare le speciali protezioni accordate a scuole e ospedali».
Il capo dell’Onu chiede inoltre allo Stato ebraico di assicurare alla giustizia i responsabili di atti che abbiano arrecato danni a minori e di collaborare con la sua inviata dspeciale Zerrougui, «per assicurare che non ci siano recidive». L’ambasciatore israeliano all’Onu Ron Propor ha accolto con soddisfazione la decisione di tenere Israele fuori da una lista «vergognosa» che ha in elenco «organizzazioni come l’Isis, al Qaida e i Talebani». Nel 2014 a Gaza sono morti 2.000 palestinesi tra cui 540 bambini.