(Stefano Levoni) – I profughi siriani sono sempre più soli (e affamati). Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam) ha infatti deciso di sospendere il programma di buoni alimentari ad oltre 1,7 milioni di rifugiati siriani nei paesi limitrofi alla Siria, a causa di una mancanza di fondi. Una decisione che mette in pericolo la salute e la sicurezza dei rifugiati e che è destinata ad alimentare ulteriormente la tensione, l’instabilità e la insicurezza nei paesi ospitanti.
“La sospensione dell’assistenza alimentare – ha detto Ertharin Cousin, direttore esecutivo del Pam, in un appello ai donatori – sarà un disastro per molte famiglie già sofferenti”.
Il programma di buoni alimentari permette ai rifugiati siriani poveri di acquistare cibo nei negozi locali. Senza i buoni alimentari del Pam, “molte famiglie soffriranno la fame – sottolinea in una nota l’agenzia dell’Onu – per i rifugiati, che già faticano a sopravvivere al duro inverno, le conseguenze di questa interruzione dell’assistenza saranno devastanti”. Sono 3,2 milioni i siriani che si sono rifugiati in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia dall’inizio della guerra civile, molti di loro vivono nei campi.
Soltanto due settimane fa l’Unione europea aveva approvato un finanziamento di 66 milioni di euro alla Giordania per aiutare il Paese a mitigare l’impatto dell’afflusso di rifugiati dalla Siria, destinando i fondi a progetti di sviluppo fuori della capitale Amman. Soldi che, invece, sarebbero dovuti essere utilizzati per comprare cibo e indumenti per i profughi siriani.
Intanto si calcola che siano circa 5,8 milioni gli sfollati siriani che hanno trovato rifugio nei Paesi vicini dall’inizio del conflitto nel marzo 2011. Stando a una ricerca del gruppo attivista ‘Rete per i Diritti Umani’ (Snhr), vicino all’opposizione siriana, circa il 50% dei rifugiati registrati sono bambini, il 35% donne e il 15% uomini. La maggior parte di questi quasi sei milioni di rifugiati sono fuggiti in Libano, Turchia,, Giordania, Iraq ed Egitto.
Stando sempre allo stesso rapporto, sono circa 190mila i siriani provenienti solo dalla città di Kobani, vicina al confine turco-siriano, che hanno trovato rifugio nei campi profughi della Turchia dopo essere fuggiti dagli attacchi da parte dei combattenti dello Stato Islamico del Levante e dell’Iraq (Isis).