L’Onu cerca di includere l’esercito israeliano nella lista nera per i crimini contro i bambini


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(Paola Di Lullo) – Le Nazioni Unite (ONU) stanno cercando di includere l’esercito israeliano nella loro lista nera dei paesi e delle organizzazioni che minacciano la vita dei bambini.
Come riportato giovedì dall’agenzia di stampa israeliana Yediot Aharonot, la misura è stata proposta questa settimana dalla rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la questione dei bambini e dei conflitti armati, Leila Zerrougui.
Secondo la Zerrougui, l’iniziativa è stata presa dopo i recenti attacchi da parte delle forze israeliane contro la Striscia di Gaza nei mesi di luglio e agosto 2014, che hanno lasciato 500 morti e 3300 feriti tra i bambini Palestinesi.
La suddetta lista nera delle Nazioni Unite include organizzazioni terroristiche come Al-Qaeda, Boko Haram, EIIL (Daesh in arabo) ed i Talebani, così come i paesi africani, tra cui la Repubblica del Congo, Repubblica Centrafricana, e molti altri.
Il giornale israeliano indica che l’elenco sarà pubblicato in appendice a uno speciale rapporto delle Nazioni Unite sulla questione dei bambini e dei conflitti armati.
Anche se l’esercito israeliano non è attualmente in questa lista, i funzionari israeliani hanno detto che “noi non staremo tranquilli fino all’ultimo minuto.”
A questo proposito, il senatore repubblicano degli Stati Uniti, Lindsey Graham, noto per le sue posizioni pro-Israele, ha minacciato mercoledì che il Congresso degli Stati Uniti potrebbe tagliare i fondi alle Nazioni Unite, se l’organizzazione internazionale continuerà con gli sforzi per “emarginare Israele”.
Secondo la ONG israeliana B’Tselem, il regime di Tel Aviv ha vietato ai media, inclusi televisione e radio, di pubblicatre l’elenco dei nomi dei bambini Palestinesi morti nell’offensiva israeliana contro Gaza.
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF, il suo acronimo in inglese) ha riferito che più di 370.000 bambini palestinesi hanno bisogno di sostegno psicosociale immediato, di primo soccorso e di cure, come conseguenza dell’aggressione israeliana Gaza.

 

 

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