L’aeronautica russa ha bombardato nelle ultime 24 ore 86 «obiettivi terroristici» in Siria, il numero più alto da quando sono iniziati i raid dei caccia di Mosca il 30 settembre scorso. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Difesa russo, generale Igor Konachenkov, secondo cui i bombardieri tattici Su-34 e gli aerei Su-24M e Su-25SM hanno condotto le sortite nelle province di Raqqa, Hama, Idlib, Lattakia e Aleppo.
Konashenkov ha anche ribadito di aver schierato una forza di caccia intercettori Sukhoi Su-30 per scortare tutti i velivoli impegnati nella Repubblica Araba: «I nostri caccia scorteranno tutti i bombardieri della Russian Aerospace Force Air Group impegnati in Siria».
Sulla strategia messa in campo in Siria ha parlato il Presidente Vladimir Putin secondo il quale la Russia «non ambisce alla leadership nel paese» ma «a dare un contributo alla lotta al terrorismo, che è un pericolo per gli Usa, per la Russia, per i paesi europei e per tutto il mondo».
Moscaha anche proposto agli Usa «un incontro ad alto livello politico e militare a Mosca» sulla questione siriana. Putin ha aggiunto che la Russia è pronta a «mandare una grande delegazione a Washington» con a capo il premier Dmitri Medvedev ma che «finora» non ha ricevuto risposta.
Sul fronte diplomatico si registra infine la posizione del ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, che ha affermato di aver discusso con l’inviato dell’Onu Staffan de Mistura «di tutti gli aspetti della situazione in Siria, prima di tutto, di quelli connessi alla soluzione politica».