Marwan Barghouti: il leader palestinese che fa paura a tutti


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(Raimondo Schiavone) –  Marwan Barghouti è uno dei personaggi più carismatici e controversi della politica palestinese. Leader di al-Fatah, incarcerato in Israele dal 2002 con una condanna a cinque ergastoli, il suo nome continua a pesare sulla scena politica mediorientale. È l’unico leader capace di unire la frammentata società palestinese, ma proprio per questo la sua figura è temuta non solo da Israele, ma anche da Hamas e dalla stessa leadership di Fatah.

Barghouti incarna un pericolo per Israele perché è una figura popolare e legittimata tra i palestinesi, tanto da essere considerato da molti il possibile “Mandela palestinese”. Se liberato, potrebbe galvanizzare il popolo palestinese e rilanciare un movimento unitario che sappia combinare resistenza e diplomazia, minando la strategia israeliana di divisione tra le diverse fazioni palestinesi. Inoltre, Barghouti ha sempre sostenuto la soluzione a due Stati e potrebbe rimettere al centro del dibattito internazionale la questione palestinese con una leadership che godrebbe di grande consenso interno.

Ma il suo carisma e la sua visione lo rendono una minaccia anche per Hamas. Il movimento islamista, che oggi governa la Striscia di Gaza, teme che Barghouti possa portare i palestinesi su una linea più pragmatica e meno legata alla lotta armata indiscriminata. Un leader come lui, capace di parlare sia ai moderati sia ai combattenti, potrebbe ridurre il consenso di Hamas, riportando la lotta palestinese su binari più politici e privando l’organizzazione del suo ruolo egemonico nella resistenza.

Infine, anche all’interno di al-Fatah la sua figura è fonte di preoccupazione. L’attuale leadership, guidata da Mahmoud Abbas (Abu Mazen), vede in Barghouti un potenziale rivale per il controllo del movimento. Con Abbas ormai avanti con l’età e con una leadership percepita come debole e compromessa da anni di trattative inconcludenti con Israele, Barghouti rappresenta un’alternativa forte e credibile. Un suo ritorno alla scena politica potrebbe scardinare gli equilibri interni di Fatah, mettendo in discussione la gerarchia attuale e aprendo la strada a un rinnovamento che non tutti, nel partito, vedono di buon occhio.

Per queste ragioni, la sua detenzione continua a essere una carta politica nelle mani di Israele, ma anche un argomento spinoso per Hamas e Fatah. Nessuno lo vuole libero, perché la sua leadership potrebbe riscrivere gli equilibri di potere non solo in Palestina, ma in tutto il Medio Oriente.


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