700 persone registrate, 250 imprese presenti (210 sarde, 15 italiane e 25 arabe), 9 paesi rappresentati (Tunisia, Egitto, Libano, Algeria, Iraq, Oman, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Italia), oltre 300 incontri d’affari tra aziende, 50 relatori e 10 seminari tematici rivolti al mondo produttivo isolano che hanno visto una partecipazione media di 80 persone per ciascuna sessione. Sono questi i primi numeri della Borsa Internazionale delle Imprese Italo Arabe che si è chiusa a Cagliari dopo due giorni di intensi lavori.
“Sono numeri – dichiara Raimondo Schiavone, vice presidente nazionale della Camera di Commercio Italo Araba – che evidenziano il grande desiderio delle imprese sarde di misurarsi con la sfida dei nuovi mercati. In questo momento il mondo arabo, e in particolare la sponda sud del Mediterraneo, costituisce un bacino capace di attrarre prodotti, servizi, investimenti, conoscenze e capacità che la Sardegna è in grado di mettere a disposizione fin da domani. Le condizioni ci sono e la Camera di Commercio Italo Araba supporterà qualsiasi tipo di iniziativa che le aziende vorranno intraprendere verso quei mercati. Durante la Borsa – sottolinea Schiavone – gli importatori arabi hanno potuto conoscere una serie di prodotti tipici di grande qualità e sono molte le trattative d’affari nel settore dell’agroalimentare che hanno ottime possibilità di essere portate a termine con successo. Alcune di queste sono quasi concluse e questo ci riempie di orgoglio”.
La Borsa di Cagliari, con il suo modello misto di incontri “b2b” e di “seminari tematici” rivolti al mondo dell’impresa è già un modello nazionale: “Altre regioni – ammette Schiavone – vogliono proporre una propria Borsa. Noi siamo pronti a creare una rete delle Borse Mercato del mondo arabo in tutta Italia, differenziandole tra loro per segmento produttivo. Penso alla Calabria, con l’agroalimentare che può diventare un volano di sviluppo per tutto il Mezzogiorno, e al Veneto, con il suo sistema di banche e di piccole e medie imprese attive nel settore manifatturiero. Sono soltanto due esempi. Ogni regione è in grado di avere una propria Borsa con le eccellenze del proprio territorio. Le idee non mancano. Rafforzeremo la collaborazione con le associazioni di categorie con le quali abbiamo lavorato in modo straordinario. Un grazie particolare va anche a loro. Una cosa è certa: la Sardegna – conclude Schiavone – rappresenta un esempio per tutta l’Italia. Per questa ragione, la Borsa di Cagliari diventerà un appuntamento annuale aperto a tutte le imprese che vogliono investire nei mercati arabi e vogliono rilanciare il made in Italy nel mondo”.