«Mi pare chiaro che una situazione di violenza come quella attuale vada a danno del mondo musulmano moderato». Lo afferma monsignor Rino Fisichella, responsabile dell’organizzazione per l’Anno Santo. «Il cuore della cristianità tornerà ad essere come quando si chiuse il Concilio, perchè di fatto quel momento coincide con il 50mo anniversario del Vaticano II», sottolinea a proposito dell’ apertura del Giubileo l’8 dicembre. «Sarà un modo per ricordare che la Chiesa deve andare verso il mondo, senza distinzioni di nazionalità, lingua, colore della pelle, religione, portando a ognuno il segno concreto della vicinanza e della tenerezza di Dio».
«La paura c’era anche l’11 di settembre. Il problema non è tanto l’angoscia che si prova, ma la capacità di reagire». Intervistato anche dal Corriere della Sera, l’ arcivescovo spiega che «ciò che è successo a Parigi non può essere sottovalutato. C’è una guerra in corso, è evidente. Un atto di violenza così gratuito e unilaterale deve scuotere gli animi e farci comprendere che la situazione storica in cui viviamo richiede un impegno comune per isolare i fondamentalisti e ristabilire la pace: gli attacchi colpiscono l’Europa e vanno contro i paesi arabi».
«La violenza di Parigi rende ancora più importante il Giubileo come momento di pacificazione e riflessione. Penso ai padri e le madri che stanno piangendo, a tutti coloro che soffrono. Misericordia significa proprio trovare consolazione per la violenza subita».
«Quando scadono nella dimensione della violenza, le religioni rinnegano se stesse, la propria natura e missione. No, non si può e non si deve parlare di guerra di religione», sottolinea. «L’ 11 settembre ha dato un segnale che ha scioccato il mondo. Temo però sia stato uno choc momentaneo e le politiche internazionali non abbiano considerato con lucidità e lungimiranza ciò che stava succedendo».