La verità sulla morte di Jfk potrà forse venire alla luce con la pubblicazione dell’intero corpo, in tutto 40mila documenti, dei file, conservati per oltre 50 anni negli archivi federali, dell’inchiesta sull’assassinio del 35esimo presidente degli Stati Uniti. Una pubblicazione che dovrebbe avvenire entro l’ottobre del 2017 secondo una legge che, rivela Politico, potrebbe però essere sfidata da Cia e Fbi che tremano all’idea che migliaia di documenti, 3600, rimasti finora top secret vengano rilasciati al pubblico.
Tutto dipenderà, scrive ancora il sito di informazione politica, dal prossimo inquilino della Casa Bianca che potrebbe essere convinto dalle agenzie federali a bloccare la pubblicazione dei documenti per non mettere a repentaglio i segreti nazionali, relativi ad inchieste collegate, che potrebbero essere rivelati. Intanto, una squadra di sette archivisti e tecnici dei National Archives, tutti autorizzati a gestire materiale top secret, hanno iniziato a preparare il materiale per la sua pubblicazione, anche se al momento non è ancora certa, sottolinea il capo di questa unità speciale di bibliotecari, Martha Murphy. «Come National Archives noi faremo tutto quello che è in nostro potere per rendere questi documenti pubblici, questo è il mio unico obiettivo», ha detto Murphy aggiungendo però che «ci sono limiti ai nostri poteri e il presidente degli Stati Uniti ha il diritto di decidere che qualche documento debba ancora essere tenuto segreto».
Storici e studiosi, per non parlare dei teorici del complotto, quindi temono che il Jfk Records Act, che nel 1992 stabilì la pubblicazione di tutti gli archivi entro 25 anni, verrà alla fine rispettato solo in parte. E rimarranno negli archivi carte e documenti che potrebbero gettare nuova luce sulle più oscure, e dubbie, attività soprattutto della Cia, tra cui i controversi programmi – come quello per l’assassinio di leader stranieri – in cui furono attivi personaggi che, nel bene e nel male, hanno scritto pagine della storia dello spionaggio americano. Circa 332 pagine dei documenti tenuti segreti infatti sono relativi ad Howard Hunt, passato alla storia come il coordinatore dell’effrazione nel quartier generale del partito democratico al Watergate nel 1972, che dieci anni – quando Kennedy era presidente – guidò la fallita invasione di Cuba nella Baia dei Porci.
Secondo quanto ha rivelato il figlio, Hunt, poco prima di morire nel 2007, confessò l’esistenza di un complotto della Cia, chiamato «the Big Event» per assassinare Kennedy. In vecchiaia parlò di un complotto di agenti «canaglia» della Cia anche David Atlee Philipps, agente della Cia premiato con una medaglia d’oro per il suo ruolo nel golpe in Guatemala nel 1954, e poi fu accusato di spergiuro durante la sua testimonianza sui legami tra Lee Harvey Oswald, l’uomo che sparò a Kennedy, e l’agenzia. «Non riesco ad immaginarmi la Cia che rende pubbliche 600 pagine su Phillips nei prossimi 2 anni», ha affermato Jefferson Morley, il fondatore di Jfkfacts.org che ha fatto causa alla Cia per chiedere maggiore trasparenza su uno dei misteri della recente storia americana. Arrestato poche ore dopo l’attentato in cui, il 24 novembre 1963, morì a Dallas Jfk, Oswald fu ucciso da Jack Ruby due giorni dopo nei sotterranei della polizia mentre veniva trasferito in carcere.