(ANI VARDANYAN) – Continuano i combattimenti su larga scala lungo tutta la linea del fronte dell’Artsakh e l’Azerbaijan non si ferma nemmeno per una tregua umanitaria. Sono falliti i tre cessate il fuoco, l’ultimo di questi concordato tra le due parti grazie alla mediazione degli Stati Uniti (i due precedenti sarebbero dovuti entrare in vigore rispettivamente il 18 e il 10 ottobre entrambi violati nelle ore successive dalle truppe armate azere). Il Governo armeno ha denunciato l’ennesima deliberata violazione della tregua da parte dell’Azerbaijan. La portavoce del Ministero della difesa armeno, Shushan Stepanyan, ha comunicato che “nonostante il nuovo accordo di cessate il fuoco raggiunto negli Stati Uniti le forze azere hanno attaccato la linea del fronte di una delle unità militari situata nella parte sud -orientale, continuando a bombardare gli insediamenti civili”.
Sono incensanti i bombardamenti delle infrastrutture civili in diverse città dell’Artsakh come Stepanakert, Martakert, Martuni ed Askeran. L’Azerbaijan e la Turchia non fanno distinzione fra gli obiettivi militari e gli insediamenti civili e colpisce ospedali, scuole e abitazioni. Sono stati nuovamente bombardate Stepanakert e Shushi, le due città sono state colpite più di 15 volte. Sono stati presi di mira oggetti residenziali e pubblici tra cui la maternità dell’ospedale di Stepanakert.
Giorni fa Artak Beglaryan, il difensore dei diritti umani dell’Artsakh, ha comunicato che quasi il 60% della popolazione ha dovuto lasciare le proprie abitazioni “a causa di attacchi deliberati e indiscriminati dell’ Azerbaijan e di continue minacce” aggiungendo che a causa di continui attacchi sono stati uccisi 39 civili e più di 100 sono rimasti feriti.
Le forze armate dell’Azerbaijan continuano ad impiegare armi vietate secondo le leggi internazionali come bombe a grappolo o missili a lungo raggio. Stephen Goose, il direttore della divisione di armamenti di Human Rights Watch e presidente della Cluster Munition Coalition, ha dichiarato che l’uso continuato di munizioni a grappolo in particolare nelle aree popolate mostra un flagrante disprezzo per la sicurezza dei civili; aggiungendo che le munizioni a grappolo non dovrebbero mai essere usate da nessuno in nessuna circostanza, tanto meno nelle città, a causa del prevedibile e inaccettabile danno ai civili. Inoltre, gli abitanti di Stepanakert hanno riferito a Human Rights Watch che ‘’gli attacchi con munizioni a grappolo sono iniziati la mattina del 27 settembre in una zona residenziale a non più di 200 metri dall’ufficio del Comitato internazionale della Croce Rossa.
E` doveroso notare che l’Azerbaijan continua a parlare dell’utilizzo delle armi vietate da parte delle forze armate armene senza mai concedere permesso agli esperti indipendenti di fare verifiche appropriate in loco in tal modo mettendo in evidenza la non veridicità delle proprie dichiarazioni. Giorni fa Giorgi Gogia il direttore di HRW per il Caucaso del sud ha detto che “HRW è a conoscenza delle affermazioni dell’Azerbaijan sull’uso di munizioni a grappolo da parte dell’Armenia, ma non le ha ancora verificate in modo indipendente. Abbiamo fatto ripetute richieste di accesso per condurre indagini in loco, che non sono state ancora concesse”.
La Turchia continua a supportare pienamente l’Azerbaijan e il coinvolgimento diretto dell’ultimo nel conflitto ormai è un fatto innegabile. Oltre al fornimento di armi e aerei militari la Turchia continua a mettere a disposizione dell’Azerbaijan soldati e militari di alto rango. E` innegabile anche la presenza dei militanti siriani che combattono contro l’esercito armeno. Il reclutamento dei combattenti terroristi siriani da parte della Turchia è stato confermato da diversi paesi come la Russia, la Francia, gli Stati Uniti e la Siria. Pubblicazioni al riguardo sono apparse su diverse testate internazionali come The Guardian, Time, Kommersant e Novaya Gazeta.
La portavoce del Ministero della difesa armeno Shushan Stepanyan ha dichiarato che “le forze armate azere stanno creando diligentemente basi di gruppi terroristici in alcune aree in cui le unità armene si sono ritirate per scopi tattici. Gli atti di questi gruppi non solo possono aggravare e destabilizzare ulteriormente la situazione ai confini tra l’Armenia e l’Artsakh, ma possono anche rappresentare una seria minaccia per l’intera regione”.
Da notare che l’avversario attacca impiegando armi di grosso calibro, aerei da combattimento, carri, droni militari e missili a lungo raggio. Ciononostante l’esercito della difesa di Artsakh respinge gli attacchi dell’avversario difendendo i confini dell’Artsakh. I soldati e i volontari lottano assieme per garantire la sicurezza dei civili e proteggere le vite innocenti. Nel suo messaggio indirizzato al popolo armeno, il Primo ministro Nikol Pashinyan ha detto: “Questo processo crudele ma eroico ci dà fiducia. Artsakh resisterà fino all’ultimo perché il nostro spirito è indistruttibile, la nostra volontà è incrollabile”.