«Il premier Benjamin Netanyahu ha detto che Israele non consentirà che l’Iran diventi una potenza nucleare», ha affermato il ministro dell’Intelligence israeliano, Yuval Steinitz, anche lui esponente del Likud, in una intervista alla radio israeliana mentre a Losanna prosegue la maratona negoziale per un accordo complessivo proprio sul programma nucleare di Teheran. Anche a costo di lanciare operazioni militari?
«Non voglio parlarne dell’opzione militare, se non per dire che esiste», ha risposto. «Se non abbiamo scelta, non abbiamo scelta…l’opzione militare c’è», ha affermato inoltre, citando l’intervento contro il reattore iracheno di Orisak condotto nel 1981 «senza accordo con gli Stati Uniti».
Dal suo canto, Netanyahu ha condannato senza appello le trattative a oltranza sul nucleare iraniano: “L’intesa che stanno scrivendo a Losanna lascerà all’Iran gli impianti sotterranei, il reattore nucleare di Arak e le centrifughe più avanzate” e ciò significa che “secondo le nostre stime il tempo necessario all’Iran per creare una bomba atomica sarà ridotto a meno di un anno, o forse a molto meno di questo”.
“Sembra che le potenze occidentali abbiano ceduto sul loro impegno d’impedire che l’Iran ottenga armi nucleari. Hanno accettato il fatto – ha detto il premier israeliano, rivolgendosi a Usa e Ue con toni polemici – che l’Iran svilupperà nei prossimi anni le capacità per produrre molte bombe. Forse loro possono convivere con questo, ma io non posso accettare un pericolo così grande per Israele”.
Sulla situazione in Yemen, Netanyahu non ha dubbi: “Mentre in Svizzera si discute, gli emissari dell’Iran nello Yemen cercano di conquistare parti estese del Paese nel tentativo di assumere il controllo degli Stretti di Bab el Mandab. Cosa che cambierà gli equilibri nella navigazione e nelle forniture di petrolio. L’asse Iran- Occidente – Yemen va fermato”.
Secondo un rapporto dei media israeliani il programma nucleare iraniano, insieme all’avanzare dei miliziani sciiti Hoiti in Yemen, sostenuto da Teheran, ha portato l’Arabia Saudita e Israele ad avvicinarsi. Una fonte europea di alto livello, ha rivelato l’Huffington Post, ha confermato che Riad si è offerta di lasciare che i caccia israeliani usino il suo spazio aereo per attaccare l’Iran, se necessario. In cambio Israele dovrebbe riprendere, con sostanziali progressi, i colloqui di pace con i palestinesi. “Le autorità saudite sono completamente coordinate con Israele su tutte le questioni relative all’Iran,” ha rimarcato la fonte diplomatica a Bruxelles.