(Giacomo Cangi) – Se la situazione non fosse tragica, sarebbe comica. Il Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama ha detto che il Presidente della Russia Vladimir Putin è il «sostenitore preminente di un regime omicida» in Siria. Ovviamente ognuno è libero di pensare quello che vuole di Putin e del Presidente siriano Bashar al-Assad, ma di certo Obama non può permettersi di fare la morale a nessuno.
Pochi giorni fa Obama è andato in visita ufficiale in un paese storicamente alleato degli Stati Uniti, cioè l’Arabia Saudita. In questo paese la legge si basa sul Corano e sulla Sunna di Maometto e l’ideologia della casa regnante è quella wahabita, cioè il tipo di Islam più radicale. Secondo l’associazione Nessuno tocchi Caino nel solo 2015 in Arabia Saudita sono state effettuate almeno 158 esecuzioni capitali. Fra le modalità di esecuzioni previste dal Regno saudita vi è anche la decapitazione, proprio come nell’autoproclamato Stato Islamico.
Obama però non considera il governo di Riyad un regime omicida. Al contrario, gli vende armi. Nel 2010 il Pentagono notificò «al Congresso il proposito di vendere all’Arabia Saudita forniture militari per 60 miliardi di dollari da consegnare nei prossimi 15/20 anni». Nel novembre 2015 gli Stati Uniti di Obama hanno venduto bombe intelligenti all’Arabia Saudita per un totale di 1,29 miliardi di dollari. I sauditi hanno usato quelle bombe, oltre che in Siria, anche in Yemen, dove stanno portando avanti una guerra sanguinosa contro i ribelli houthi.
Già è grave che un Presidente alleato di un paese violento come l’Arabia Saudita metta bocca sulle alleanze degli altri paesi, ma che lo faccia un Presidente che ha anche vinto il premio Nobel per la pace è inaccettabile.