Continua senza sosta l’avanzata dell’esercito siriano per la riconquista di Aleppo. A nord della seconda città della Siria si registra un’offensiva a tenaglia che vede impegnati da un lato l’esercito di Damasco e dall’altro le milizie curde. La Guardia Repubblicana dell’esercito siriano – sostenuta da hezbollahg e da vari gruppi paramilitari sciiti – ha conquistato il villaggio di Kiffin, liberandolo dalle postazioni dei ribelli islamici.
Le truppe curde dell’ YPG insieme alle forze democratiche siriane (SDF) sono entrati in possesso di un vasto tratto della strategica arteria viaria che da Gazianstep conduce ad Aleppo, compresa la città di Deir Jamal. Secondo quanto riferito da fonti locali e militari, i combattenti curdi e le truppe siriane hanno istituito un posto di blocco congiunto vicino a Kiffin, anche per evitare schermaglie tra le due parti.
Nel corso delle ultime settimane, i ribelli islamici hanno perso decine di villaggi nel nord di Aleppo, un dato che allarma l’opposizione siriana che intravvede una sconfitta non solo militare ma anche politica. L’ingresso in scena della Russia ha stravolto in pochi mesi lo scenario di guerra: la sconfitta di Assad era data per imminente da Turchia, Arabia Saudita e alleati occidentali. Oggi gli stessi sponsor internazionali dell’opposizione armata e politica in Siria sono costretti ad accettare una realtà inconfutabile: Bashar al Assad non cadrà e che piaccia o meno bisognerà ancora una volta fare i conti con lui, soprattutto se, come sembra, il suo esercito riuscirà a riconquistare la città di Aleppo.
L’avanzata delle truppe siriane ha inoltre drasticamente ridotto le linee di rifornimento per i gruppi armati dell’opposizione, tra i quali vanno annoverati anche gruppi di matrice jihadista che devono essere considerati terroristi alla stregua di al Nusra (al Qaeda) e di Daesh. L’accerchiamento di Aleppo sancirebbe la definitiva chiusura di quella linea di rifornimento e pr i ribelli che ancora resistono all’interno della città non ci sarebbero grandi prospettive, se non la resa.
Per contrastare l’avanzata di esercito siriano e YPG nel nord di Aleppo, le diverse fazioni di ribelli islamici hanno deciso di formare un raggruppamento militare denominato ‘Jaish al-Halab’, composto da Harakat Ahrar al-Sham, il Free Syrian Army, Jabhat Al-Shamiyah, Jaysh al-Islam, e Jaysh al-Mujahiddeen. Si tratta dell’estremo tentativo di mettere insieme quel che rimane dellla frammentata galassia dell’opposizione armata nella zona, ora che i bombardamenti russi e l’avanzata sciita sembra inarrestabile.
I curdi dell’YPG hanno tutto da conquistare da questa avanzata a nord di Aleppo e la loro strategia, come rivelato non troppo tempo fa da un ufficiale, è collegare il villagguio di Afrin con le città di Kobane e Hasakah. Per i curdi si tratterebbe di una vittoria importante, un consolidamento delle posizioni che darebbe vigore alle aspettative di dare vita a una provincia autonomia e indipendente sul confine con la Turchia. Non ci sono accordi ufficiali, ma sia l’YPG che le truppe governative siriane sembrano pronte a firmare un patto di non aggressione per affrontare insieme nemici comuni: lo Stato Islamico e i gruppi ribelli siriani che fino a oggi hanno controllato il nord di Aleppo.