L’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) chiede il cessate il fuoco o una tregua umanitaria per far fermare immediatamente gli attacchi a Gaza e arrivare a un accordo sulle richieste palestinesi entro cinque giorni al massimo.
E’ quanto dichiara, in un’intervista all Aki – Adnkronos International, Wasel Abu Yousef, esponente dell’Olp per il quale tutti gli sforzi si stanno concentrando sul raggiungimento di “un cessate il fuoco seguito da negoziati con la mediazione egiziana che in cinque giorni porti a un accordo sulle istanze avanzate dai palestinesi”. Per l’esponente palestinese “non si può dire che gli sforzi siano falliti, poiché sono ancora in corso”
Richieste che i palestinesi “hanno inserito in una dettagliata lista all’interno dell’iniziativa egiziana” e tra le quali figurano “l’apertura dei valichi israeliani con Gaza, la fine dell’assedio a Gaza, l’abolizione delle zone cuscinetto ai confini con Gaza, l’allargamento delle aree di pesca fino a 12 miglia dalla costa, la liberazione dei detenuti che sono stati nuovamente arrestati dopo il rilascio che era stato deciso sulla base del precedente accordo di scambio con Israele, la scarcerazione dei membri del Consiglio legislativo e del quarto gruppo di detenuti”.
TREGUA, HAMAS CHIEDE GARANZIE – Fonti palestinesi hanno riferito al quotidiano arabo Al-Hayat che Hamas ha acconsentito, in linea di principio, al cessate il fuoco proposto dal segretario di stato Usa John Kerry che prevede una settimana a partire da domenica. Durante questo lasso di tempo, le parti – grazie alla mediazione internazionale – comincerebbero a negoziare su punti di sicurezza, economici e politici per un accordo duraturo. Hamas ha tuttavia chiesto garanzie sul rilascio dei detenuti e l’estensione dei diritti di pesca.
UCCISA UNA DONNA INCINTA E CAPO JIHAD – Una donna incinta e un alto comandante della Jihad islamica nel frattempo sono stati uccisi oggi nella Striscia di Gaza, facendo salire a 815 il numero delle vittime palestinesi in 18 giorni di ostilità. Lo hanno riferito le autorità sanitarie palestinesi, precisando che i medici sono riusciti a salvare il bambino della donna 23enne morta in un raid nella città di Deir al-Balah, nel centro della Striscia. A Rafah, nel Sud dell’enclave palestinese, è morto invece Salah Hasanein, uno dei capi della Jihad islamica, insieme ai figli di 12 e 15 anni. Il movimento palestinese ha confermato la morte dell’uomo. Secondo diverse ong, circa l’80% delle vittime palestinesi sono civili.
con fonti Ansa, Afp, Aki, Reuters e AdnKronos