Quando il terrore diventa spettacolo. È ancora un tabloid inglese a rompere le barriere, facendo spuntare stanotte un video – presentato come «esclusiva mondiale» – di una delle sparatorie che la sera di venerdì scorso hanno insanguinato Parigi. E mostrando in qualche fotogramma anche il volto di uno dei terroristi, con tanto di Ak47 fra le mani: indicato – a dar retta allo stesso giornale – come Salah Abdeslam, uno dei due super ricercati di queste ore. Le immagini, riprese apparentemente da una telecamera a circuito chiuso e finite chissà attraverso quali canali e quali transazioni al Daily Mail online, mostrano in effetti scene alquanto confuse.
In primo piano c’è l’interno del caffè e gli spari arrivano da fuori. Evidenti sono tuttavia la sorpresa, lo spavento e l’orrore delle persone prese di mira. Ma anche le reazioni istintive che permettono loro di scampare al tiro a segno e qualche gesto di solidarietà immediata, di aiuto reciproco. I colpi sembrano arrivare a raffica dentro il locale. Una donna si butta per terra in un angolo, una commessa si accuccia sotto il bancone del bar e poi aiuta a sistemarsi vicino a lei, quasi abbracciandola, una donna più anziana, che la raggiunge – ferita secondo il Mail – dopo essersi alzata precipitosamente da un tavolino.
Altre persone si dirigono verso la scala che conduce al seminterrato, in cerca di scampo: una donna correndo, un uomo – quando la sparatoria si spegne – a passo normale. L’incubo lo si intuisce però soprattutto fra le persone sedute ai tavoli esterni, sul marciapiede, che l’aggressore se lo ritrovano faccia a faccia. La telecamera li riprende sullo sfondo, attraverso le vetrine.
Qualcuno riesce ad allontanarsi svoltando un angolo, altri si stendono per terra. Fra questi una donna verso la quale il killer rivolge l’arma automatica: nella ricostruzione del Mail, condita degli abituali toni sensazionalistici, pare che in quel momento il kalashnikov si inceppi. Fatto sta che il terrorista fa come dei cenni: e la donna si rialza e scappa via. Sono le fasi in cui l’uomo con il mitra si mostra in favore di camera a figura intera, seppure a distanza. E in cui il giornale lo ‘riconoscè come Salah. Poi la fuga su una Seat nera. Nell’inferno di quei colpi alla cieca non risulta che sia morto nessuno. Ma altrove, nella notte di sangue di Parigi, la fortuna è stata meno benigna.