Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, intervistato dal settimanale tedesco “Der Spiegel”, ha detto di non avere intenzione di ricandidarsi alla presidenza dell’Anp, soprattutto se gli sarà rimproverato di non aver fatto abbastanza per la causa palestinese in questi dieci anni. Nel corso dell’intervista il presidente dell’Anp ha parlato di diversi argomenti tra cui la crisi della soluzione dei due stati per i due popoli e gli attacchi terroristici portati dai palestinesi ai danni degli israeliani.
Secondo Abbas l’attuale ondata di violenza in Medio Oriente non deve essere definita “intifada dei coltelli”, perché le nuove generazioni “stanno sperimentando la violenza come reazione all’umiliazione dell’occupazione. I coloni stanno occupando le nostre terre, se Israele porrà fine a tutto ciò i giovani palestinesi non impugneranno più coltelli”.
In merito alle accuse mosse dal premier israeliano Benjamin Netanyahu di incitare questi attacchi, Abbas ha replicato: “Sono contro questi gesti e l’ho detto più volte. Noi non incoraggiamo i nostri giovani a compiere questi attacchi. Se un giovane palestinese muore ucciso dalle forze di sicurezza israeliane noi lo definiamo un martire. Questa è la nostra tradizione”.
In merito allo stallo nei colloqui di pace tra israeliani e palestinesi Abbas ha addossato ogni responsabilità ad Israele. In merito poi alla possibilità che Hamas conquisti la presidenza dell’Anp, Abbas ha detto: “Sono pronto a tenere nuove elezioni in qualsiasi momento, ma è Hamas che non vuole. Attualmente stiamo negoziando in Qatar la nascita di un governo di unità nazionale con Hamas”.