Presidenziali in Tunisia: rielezione per Kais Saied, uomo forte e contestato


0 Condivisioni

Il presidente uscente della Tunisia, Kais Saied, ha ottenuto l’89,2% dei consensi, confermando così la sua prevedibile vittoria per un secondo mandato. I dati, forniti dall’istituto Sigma Conseil, mostrano una netta vittoria di Saied, 66 anni, su due concorrenti di minor rilievo: l’industriale liberale Ayachi Zammel, che ha raccolto il 6,9% dei voti, e l’ex deputato della sinistra panaraba Zouhair Maghzaoui, attualmente detenuto, con il 3,9% dei consensi.

Partecipazione elettorale in calo

Il presidente dell’Alta Autorità Indipendente per le Elezioni (Isie), Farouk Bousaker, ha dichiarato che l’affluenza alle urne si è fermata al 27,7%. Nello specifico, il 28,5% dei voti è stato registrato in Tunisia, mentre solo il 16,3% degli elettori all’estero ha partecipato. Tra i votanti, il 58% erano uomini e il 42% donne, con una marcata assenza di giovani alle urne: solo il 6% degli elettori tra i 18 e i 35 anni ha votato, mentre la fascia d’età tra i 36 e i 60 anni ha registrato il 65% di partecipazione. Per gli over 60, l’affluenza è stata del 29%. Al primo turno delle presidenziali del 2019, l’affluenza era stata ben più alta, attestandosi al 48,9%.

Competizione elettorale limitata

La selezione dei candidati è stata oggetto di critiche, sia per l’alto numero di firme richieste per la candidatura, sia per l’arresto di figure di spicco dell’opposizione. Solo due candidati su 17 sono stati considerati seri rivali di Saied: Ayachi Zammel, industriale e politico liberale, e Zouhair Maghzaoui, leader della sinistra panaraba. Zammel, 47 anni, è stato sostenuto da forze di sinistra e da esponenti della maggioranza parlamentare, ma la sua corsa elettorale è stata compromessa da una condanna a 14 anni di carcere per presunte irregolarità nella raccolta delle firme per la candidatura. Maghzaoui, 59 anni, ha basato la sua campagna su un’agenda sovranista e socialista, criticando i “risultati nulli” dell’attuale presidente.

Saied: un presidente forte ma contestato

Kais Saied, presidente della Tunisia dal 2019, si avvia a ottenere un secondo mandato in un contesto di crescente autoritarismo. Il suo governo ha limitato la partecipazione politica, con numerosi arresti di oppositori, attivisti e giornalisti. Tuttavia, la scarsa affluenza alle urne, sebbene non sorprendente, mette in dubbio la legittimità di un sostegno popolare che si riduce a meno di un terzo della popolazione. La maggior parte dei giovani, che avevano sostenuto Saied nel 2019, ora gli hanno voltato le spalle, in parte a causa della crisi economica, con una disoccupazione giovanile al 40% e salari medi molto bassi.

Prospettive future

È la prima elezione presidenziale dopo che Saied ha sconvolto il panorama politico tunisino nel luglio 2021, dichiarando lo stato di emergenza, destituendo il primo ministro, sospendendo il Parlamento e riscrivendo la Costituzione per rafforzare il proprio controllo. Queste mosse hanno suscitato la protesta dei gruppi pro-democrazia e dei principali partiti di opposizione, che le hanno definite un colpo di Stato. Nonostante il malcontento dei politici, l’anno successivo gli elettori hanno approvato la nuova costituzione in un referendum caratterizzato da una bassa partecipazione. In seguito, le autorità hanno iniziato ad arrestare i critici di Saied, inclusi giornalisti, avvocati, politici e attivisti, accusandoli di minacciare la sicurezza dello Stato e di violare una controversa legge anti-fake news, che, secondo molti, soffoca il dissenso. Alle elezioni parlamentari e locali del 2022 e 2023, il tasso di partecipazione è diminuito, complici le difficoltà economiche e la crescente disillusione politica. Gli osservatori internazionali temono che, con questa schiacciante vittoria, Saied possa rafforzare ulteriormente il suo controllo autoritario sul paese.

In conclusione, il futuro della Tunisia sotto Kais Saied rimane incerto. Nonostante la sua vittoria, il basso livello di partecipazione e il malcontento crescente tra i giovani e le opposizioni potrebbero prefigurare nuove tensioni politiche e sociali. La situazione economica precaria del paese aggrava ulteriormente il quadro, lasciando presagire un periodo difficile per la Tunisia nei prossimi anni.

0 Condivisioni