Tensione alle stelle tra i palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza e le forze militari e di polizia israeliane. Le ultime settimane sono state caratterizzate da una violenza crescente alimentata dai provvedimenti del governo di ultra destra guidato dal premier Benjamin Netanyahu intenzionato a reprimere con la forza ogni forma di protesta palestinese. Un’atmosfera avvelenata anche dalla decisione dell’esecutivo di legalizzare nove avamposti in Cisgiordania, costruire 10mila di nuove unità abitative e collegare il tutto alla rete idrica ed elettrica. Avamposti che fino ad oggi erano considerati illegali dalla stessa legge israeliana. Una scelta che ha provocato anche la disapprovazione degli Stati Uniti, Francia, Germania, Italia e Regno Unito. “Ci opponiamo fermamente a queste azioni unilaterali che serviranno solo a esacerbare le tensioni tra israeliani e palestinesi e a minare gli sforzi per raggiungere una soluzione negoziata a due Stati”, questo il duro intervento condiviso dalla diplomazia Usa e dalle cancellerie dei paesi europei.
Ma le misure del governo non si fermano qui, tra le proposte dal primo ministro Netanyahu per rispondere agli attacchi palestinesi ci sono l’accelerazione dell’iter per il porto d’armi ai civili, il dispiegamento di ulteriori soldati e poliziotti, la revoca dei benefici della previdenza sociale alle famiglie di chi ha compiuto attentati contro obiettivi israeliani con la proposta persino di revocare agli stessi le carte d’identità israeliane. Un clima infuocato, quindi.
A Hebron, un 22enne palestinese è morto dopo essere rimasto ferito durante gli scontri con le forze israeliane nel campo profughi di Arroub. Il giovane era ricoverato in terapia intensiva dopo essere stato colpito da un proiettile alla testa ed essere stato operato al cervello, ma non ce l’ha fatta ed è deceduto per le gravi ferite riportate. Il 22enne, secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, è stato colpito dai “cecchini delle forze di occupazione” i quali sono entrati nel campo di Arroub e “hanno sparato deliberatamente” contro le abitazioni. Il giovane si chiamava Muhammad Jawabreh ed era inquadrato nelle forze di polizia dell’Autorità nazionale palestinese.
Intanto nelle principali città della Cisgiordania folle di persone sono scese in piazza per esprimere solidarietà con gli 11 palestinesi uccisi giorni fa durante una “operazione anti-terrorismo” condotta dall’esercito israeliano nella casba di Nablus. Fra gli uccisi almeno sei erano miliziani inquadrati in una fazione armata locale, nota come ‘La Fossa dei Leoni’.
Durante queste manifestazioni sono stati scanditi numerosi slogan a sostegno di quella fazione e più in generale della lotta armata contro l’occupazione. Manifestazioni di sostegno sono avvenute anche nella Striscia di Gaza, da dove Hamas ha inviato un messaggio di saluto. Forte tensione regna a Hebron nell’ anniversario del massacro di 29 palestinesi compiuto nella Tomba dei Patriarchi il 25 febbraio 1994 da un colono ebreo, che poi fu ucciso a sua volta dalla reazione dei fedeli islamici.
Negli ultimi giorni si sono intensificati anche i raid aerei israeliani che hanno colpito obiettivi nella Striscia di Gaza, in risposta al lancio di razzi da parte palestinese verso Israele che non ha causato vittime.