Di seguito pubblichiamo la lettera che il Centro Italo Arabo Assadakah ha inviato al ministro degli Esteri Federica Mogherini sull’intervento militare contro l’IS, guidato dagli Stati Uniti, in Siria e in Iraq.
Egregio Signor Ministro, il Centro Italo Arabo Assadakah esprime soddisfazione per la sua nomina ad Alto Rappresentante dell’UE per la politica Estera e la Sicurezza Comune, con il contestuale ruolo di vice presidente della Commissione Europea.
Siamo certi che l’Italia sarà ben presentata nel più importante organismo istituzionale del continente e potrà contare su una persona autorevole e attenta ai complessi fenomeni in atto in Medio Oriente e, in particolare, nella sponda sud del Mediterraneo.
Come Ella sa, il Centro Italo Arabo ha espresso profonda preoccupazione per l’aggravarsi della situazione in Siria e Iraq, con il rafforzamento dei gruppi jihadisti dello Stato Islamico che oramai controllano vaste porzioni di territorio nei due paesi. Sin dall’inizio della crisi, abbiamo evidenziato il pericolo rappresentato dal terrorismo internazionale di matrice islamica e abbiamo denunciato le violenze commesse dai miliziani estremisti nei confronti della popolazione siriana e, in particolare, nei confronti delle minoranze religiose che da millenni fanno parte del tessuto sociale e culturale della regione.
Oggi manifestiamo grande preoccupazione perché il necessario intervento armato, condotto dall’ampia coalizione guidata dagli Stati Uniti, così come rappresentato dal presidente Barack Obama nella sua conferenza stampa, rischia di aggravare la situazione in Siria, più che in Iraq, per la scelta di non collaborare con paesi che fronteggiano il fondamentalismo islamico e i terroristi dello Stato Islamico fin dall’inizio.
È inspiegabile collaborare con chi – come Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e Turchia, – ha pesanti responsabilità, accertate in numerosi report dei servizi di intelligence, per aver finanziato e sostenuto i jihadisti dell’IS e al contempo ignorare la collaborazione di importanti Stati, – come la Russia, l’Iran, e la stessa Siria – che hanno contrastato con fermezza e sacrificio di uomini le bande armate che hanno commesso gravi crimini contro l’umanità, colpendo la popolazione civile siriana e irachena e le minoranze cristiane, curde e yazide.
Signor Ministro, c’è poi un problema di sovranità nazionale impossibile da ignorare: gli aerei della coalizione, infatti, potranno sorvolare i cieli siriani senza l’autorizzazione e il supporto delle autorità del Governo internazionale. Questa decisione è contro il diritto internazionale e rischia di aprire inquietanti scenari in quella parte del mondo. A quel punto nessuno potrà impedire, Nazioni Unite in testa, a Russia e a Iran, questa volta con l’accordo delle autorità siriane, di fare lo stesso per combattere i terroristi dello Stato Islamico in quei luoghi.
Insomma, la necessaria azione militare contro i terroristi presenta problematiche e conseguenze che, a nostro avviso, non sono state prese in considerazione con la dovuta accortezza.
Signor Ministro, ci sia permessa di fare un’ultima considerazione: la lotta all’IS in Siria e in Iraq non può essere condotta con efficacia fino a quando la Turchia non si asterrà da svolgere un’azione di sostegno a questa sigla del terrore: il governo di Ankara deve impedire che la sua frontiera sia il luogo di passaggio di uomini e armi destinate ad alimentare nuovi crimini verso la popolazione civile. È noto, inoltre, che in Turchia sono presenti alcuni campi di addestramento dell’IS, così come è stato accertato che nelle sue banche sono stati accesi molti conti intestati ai terroristi.
I bombardamenti aerei, senza una contestuale attività di prevenzione in questa direzione, non saranno che un’ennesima attività che destabilizza i fragili equilibri in Medio Oriente.
Apprezzando la decisione del Governo italiano di non partecipare ai bombardamenti in Siria e in Iraq, Le chiediamo come ad Alto Rappresentante dell’UE per la politica Estera e la Sicurezza Comune, di attivarsi affinché la Commissione Europea, di concerto con la Nato e gli altri paesi che prendono parte all’operazione militare, intraprenda ogni azione possibile per evitare che la guerra al terrorismo si trasformi in un fattore di destabilizzazione della regione.
Chiediamo altresì che si valuti la necessità di raccordarsi, per le azioni da svolgersi nel territorio siriano, con il governo di Damasco e il presidente Assad che ha manifestato, fin dall’inizio, l’intenzione di voler collaborare alla lotta contro le bande armate che hanno insanguinato il suo paese.
Raimondo Schiavone – Segretario generale del Centro Italo Arabo Assadakah