Sono iniziati nella notte i primi raid della coalizione contro le postazioni del cosiddetto Stato Islamico (Is) nel nord della Siria. Lo ha annunciato il Pentagono, precisando che agli attacchi hanno partecipato gli Stati Uniti e cinque Paesi arabi, ovvero Arabia Saudita, Emirati, Giordania, Bahrain e Qatar. Stando a quanto riportato dall’agenzia ufficiale Sana, il governo siriano è stato informato dell’inizio dei raid. Il ministero degli Esteri di Damasco ha fatto sapere che “gli Usa hanno informato il rappresentante permanente alle Nazioni Unite a New York che ci sarebbero stati attacchi a Raqqa, capitale dello Stato Islamico in Siria”.
Secondo gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong vicina all’opposizione con sede a Londra, “oltre 20 membri dell’Is sono stati uccisi in due attacchi contro le postazioni dell’organizzazione nella provincia settentrionale di Raqqa”. Secondo l’Osservatorio, i raid sono stati “non meno di 20” e hanno colpito sedi e checkpoint dell’Is a Raqqa e nelle aree periferiche.
Sono state colpite anche postazioni di Jabhat al-Nusra, gruppo affiliato ad al-Qaeda. Missili sono caduti anche nei dintorni di Tal Abyad, al-Tabaqa ed Ein Essa. Sempre stando a quello che riferiscono gli attivisti su Facebook, al momento non ci sono notizie di vittime tra i civili.
Nell’ondata di attacchi sono stati bombardati obiettivi del Fronte al-Nusra nelle province di Idlib ed Aleppo, nella Siria nordoccidentale. Negli attacchi sono stati colpiti anche il quartier generale dell’Is ad Abu Kamal, nell’est, e alcuni campi di addestramento dei jihadisti nella provincia orientale di Dayr az-Zor.