La battaglia di Aleppo si preannuncia feroce, forse la più sanguinosa da quando è incominciata la guerra in Siria. Il dato più preoccupante è rappresentato dall’imponente schieramento di combattenti messi in campo dal Fronte Jhabat al Nusra, ramo siriano di al Qaeda, che ha riunito circa 6.000 terroristi nel sud della provincia di Aleppo. L’obiettivo è attaccare le posizioni dell’esercito siriano e dei suoi alleati, iraniani e i libanesi di Hezbollah in testa.
La notizia arriva direttamente dalla Russia che guida di fatto le operazioni nel nord della Siria e coordina tutte le forze in campo: il direttore del centro russo per la riconciliazione delle parti in Siria, il tenente generale Sergei Kuralenko, ha avvertito che con questo dispiegamento massiccio Al-Qaeda cerca di lanciare un’offensiva dalla parte meridionale di Aleppo per bloccare le vie d’accesso alla città di Nubel nel nord della provincia.
L’ufficiale russo è stato categorico: “Il peggioramento della situazione in alcune zone della Siria è principalmente legato agli sforzi dei leader di Al-Nusra e dei gruppi a loro affiliati per vanificare il processo di riconciliazione delle parti in conflitto”.
Il deterioramento della situazione è stato confermato anche dagli attacchi terroristici nelle città di Jableh e Tartus, nella provincia di Latakia, che hanno provocato almeno 148 morti. Gli attentati sono stati rivendicati da Daesh che ha espressamente dichiarato di voler eliminare i cittadini che sostengono il governo di Damasco.